Aspetti generali

 

L'anfora è una forma di vaso greco, ma nel nostro caso è un contenitore biansato (i famosi manici si chiamano anse), usato nell'antichità per il trasporto marittimo di derrate alimentari.

Il suo nome, Amphiphoreus o Amphoreus, si trova scritto sulle tavolette di argilla del periodo Miceneo, 1500 a.C. I popoli Cananei, conducibili alla regione costiera compresa fra la Palestina e la Siria, furono i primi a usare frequentemente questi recipienti per il trasporto marittimo di derrate alimentari. Gli Egizi, in contatto con i vicini Cananei, apprezzarono l'utilità di questi contenitori fin dal XIV sec. a.C. e la trasmisero ai Greci, i quali fin dal VII secolo a.C. in seguito con le loro colonie, li usarono su larga scala nei commerci marittimi. Gradatamente tutti i popoli che si affacciarono sul Mediterraneo adottarono questi recipienti.

Fu proprio dovuto ai traffici marittimi il successo delle anfore. L'uomo infatti, ha utilizzato da sempre le vie d'acqua. Dapprima servendosi di tutto ci che poteva galleggiare, come un tronco d'albero o fasci d'erbe secche e legate, costruendo poi primordiali imbarcazioni e perfezionandole sempre di più.

Fin dai tempi antichissimi, la navigazione ha avuto una grande importanza per l'evoluzione delle civiltà.
Nell'area mediterranea, i Fenici, i Greci, gli Etruschi, avevano rotte commerciali. Le navi fenicie, particolarmente attrezzate, erano chiamate dai Greci "gauloi" per la rotondità della carena.. Stabili nella navigazione, avevano un rapporto lunghezza/larghezza di quattro a uno e raggiungevano i trenta metri. Chi volesse vedere i resti di un'antica nave fenicio-punica vada a Marsala, nella Sicilia sud-occidentale, al museo archeologico Baglio Anselmi; il mare antistante ne custodisce molte altre. I Greci, mi riferisco a quelli di stirpe dorica, dopo la caduta dei Regni Miceni, iniziarono a commerciare via mare, ma pi che al commercio erano dediti a fondare colonie nell'Italia meridionale, in Francia e in Spagna, entrando in conflitto con le colonie puniche dell'Africa settentrionale, della Sicilia, della Sardegna e della Spagna.

I Punici erano più abili dei Greci nella navigazione e nel commercio, almeno nel periodo orientalizzante (fine VIII - VII secolo a.C.). Sappiamo che anche gli Etruschi navigavano il Mediterraneo e si affiancavano ai commerci greci e fenici; le loro merci sono state trovate, oltre che in Italia, nel nord Africa e nella Francia meridionale, dove è degno di nota il relitto etrusco di Cap d'Antibes, databile verso la metà del VI secolo a.C. 

Nei secoli successivi, le navi romane seguirono le antiche rotte non distanti dalla costa. Il porto centrale, al quale convergono tutte le rotte del mondo conosciute, è Ostia (Roma), dove giungono navi che provengono dall'Oriente e che trasportano merci preziose quali stoffe dalla Fenicia, cotone dall'India, profumi dall'Arabia e perle dal Mar Rosso.
Il nutrimento del popolo romano è dato dalla "via dell'annona". Le navi che la seguono portano il grano dall'Egitto, che viene importato anche dalla Sicilia e dalla Spagna. Esiste pure una rotta verso occidente per fare incetta dello stagno della Gran Bretagna, che giungeva attraverso la Gallia. Come abbiamo già detto, i traffici marittimi erano molto intensi fin dai tempi antichi. Le navi mercantili, spinte da modeste vele, qualche volta da remi, solcavano i mari il pi  possibile vicino alle coste per potersi orientare con i fari ed essere pronte a ridossarsi in caso di cattivo tempo.

La navigazione comunque era poco sicura sia per la scarsa manovrabilità degli organi di governo, sia per l'inesattezza degli strumenti di bordo e sia per la precarietà degli ancoraggi. Molte navi a causa delle tempeste naufragavano, altre per impedire l'affondamento venivano alleggerite del carico che veniva gettato fuori bordo.

Tal volta le onerarie, nonostante una navigazione tranquilla, venivano liberate dal carico, perchè deteriorato, oppure in altri circostanze un cattivo stivaggio causava la rottura di molti contenitori e anche questi finivano in mare. Anno dopo anno, secolo dopo secolo, il Mediterraneo si è cos arricchito sempre pi e conserva nei suoi relitti affondati, o in qualche discarica, tanti antichi reperti di ogni genere: bronzi, vasellame, marmi, pani di metallo.

Lorenzo Mari tratto da 'Speciale Archeosub' supp.to n. 79 di Sub - 6/91