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Attrezzatura

 

La speleologia urbana utilizza in parte materiali e strumenti utilizzati per l’attività speleologica in grotta. Simili sono le tecniche di discesa e risalita, simili sono le corde ed altra attrezzatura.

La visita e l'esplorazione di un ambiente ipogeo artificiale presuppone, anche se raramente (ad esempio nel caso di discese all’interno di pozzi), la conoscenza di specifiche tecniche di progressione su corda, mentre è molto spesso necessario superare strettoie, muovendosi in ambienti angusti. In queste situazioni è necessario molto autocontrollo e piena coscienza delle proprie capacità e dei propri limiti. E' per questo motivo che la speleologia in cavità artificiali richiede un'adeguata preparazione che solo un apposito corso prima, e l'esperienza poi, possono dare.

I rischi potenziali nella pratica di questa attività sono principalmente quelli da schiacciamento, causati da frane o cedimenti delle volte, da crolli di accumuli di materiale detritico. Inoltre esiste il pericolo di intossicazione da gas. Un'attenta e prudente valutazione della situazione, l'uso di adeguati dispositivi di protezione individuale, insieme a specifici strumenti come i rilevatori di gas, permettono di svolgere l'attività in assoluta sicurezza.
 

ATTREZZATURA PERSONALE
  • Casco. Un casco da speleologia omologato con un buon impianto di illuminazione è uno dei dispositivi indispensabili. Esso serve a proteggere la testa da urti e cadute di sassi; su di esso viene fissato l’impianto di illuminazione.
  • Illuminazione. Con l’avvento delle luci a LED, che hanno un consumo notevolmente minore, se paragonato a quello delle luci alogene, ed una resa luminosa molto simile, si è definitivamente abbandonato l’impianto ad acetilene, acquisito dalla speleologia in cavità naturali. L’impianto ad acetilene, inoltre, avendo una fiamma libera è pericoloso sia in presenza di sacche di gas sia nel momento in cui ci si trovi ad operare in ambienti di interesse archeologico. La fiamma ed il nerofumo, infatti, potrebbero danneggiare stucchi, pitture, o le strutture murarie esistenti. E' assolutamente indispensabile portare comunque una seconda fonte di luce per eventuali emergenze e pile di riserva per la luce principale, calcolando che un ambiente umido dimezza la durata delle batterie.
  • Abbigliamento. Gli ipogei artificiali hanno solitamente una temperatura costante intorno ai 15 gradi. Risultano quindi freschi d’estate e caldi d’inverno. Per svolgere attività di esplorazione, studio e ricerca una buona tuta da lavoro in materiale antistrappo e con inserti per alloggiare gomitiere e ginocchiere è perfetta per lo scopo. Inoltre sono indispensabili scarpe o stivali antinfortunio. Un problema a parte si presenta per attività da svolgere in ambienti inquinati (ad esempio le fogne) per i quali occorre dotarsi di tuta e stivali appositi in PVC, e, in alcuni casi, di mute stagne.
    Un paio di guanti antitaglio, infine, evitano abrasioni ed eventuali ferite.
    Negli ipogei monumentali e normalmente aperti al pubblico, invece, non occorrono abiti particolari, ma solo un abbigliamento comodo e scarpe basse ed antiscivolo.

ATTREZZATURE TECNICHE

Nell’eventualità in cui durante l’esplorazione si dovessero incontrare dei dislivelli non superiori a 4-5 metri, si può ricorrere a scale in alluminio componibili o telescopiche.

Se il dislivello è maggiore, ad esempio se si deve effettuare la discesa di un pozzo, si utilizzeranno corde ed attrezzatura specifica per progressione su corda.
Le corde utilizzate sono esclusivamente le statiche per speleologia del diametro di 10 millimetri. Va escluso qualunque altro tipo di corda, in particolare quelle che si trovano nei negozi di ferramenta e quelle nautiche. Le corde dovranno essere fissate seguendo precise tecniche di armo. Negli ipogei artificiali è difficile applicare le stesse tecniche utilizzate in grotta, sia perché ci si trova spesso in ambienti archeologici, sia perché normalmente gli ipogei artificiali sono scavati in rocce tenere e quindi di scarsa tenuta. Si ricorre così ad armi su alberi o su elementi artificiali: treppiedi a norma o strutture realizzate con tubi metallici. In ogni caso la corda deve essere fissata in almeno due punti e non deve assolutamente fare attrito su superfici taglienti o sulla roccia, anche se tenera. Le tecniche corrette di armo di un pozzo e l'uso delle corde (nodi, manutenzione, precauzioni nell'uso) presuppongono delle tecniche che possono essere acquisite con un corso specifico di speleologia urbana.

L’attrezzatura per la progressione su corda è composta da:

  • Imbragatura. Sostiene chi la indossa, quando si necessita di una progressione su corda. Su di essa sono attaccati gli strumenti per la discesa e la risalita.
  • Bloccante ventrale o croll. Permette solamente di avanzare sulla corda durante la risalita. Di minimo ingombro, ha buona presa anche su corde sporche di fango, buona scorrevolezza sulla corda ed è comodo da mettere e togliere dalla corda stessa.
  • Maniglia e pedale. Servono per effettuare il movimento di risalita.  La maniglia è un bloccante che viene fatto scorrere sulla corda impugnandolo con una mano. In questo modo il pedale, che è solidale con la maniglia stessa in quanto ad essa collegato tramite una fettuccia, si muoverà verso l’alto. A questo punto, utilizzando la forza delle gambe, si potrà salire sul pedale, permettendo al bloccante ventrale di avanzare verso l’alto. Il pedale deve essere lungo quanto occorre perché il bloccante ventrale (croll) tocchi la maniglia in fase di massima estensione; la sua lunghezza deve essere inoltre tale da poter afferrare comodamente la maniglia quando essa sia in completa distensione.
  • Discensore. E' un mezzo meccanico atto a facilitare il controllo della velocità in discesa. Il modello Stop della Petzl sfrutta l'attrito della corda passata ad “S” tra due pulegge fisse in lega di alluminio. Un particolare congegno d'apertura consente l'inserimento della corda senza dover infilare un capo della stessa e senza staccare il discensore dal moschettone (che deve essere provvisto di ghiera). Per la discesa si dovrà agire sulla maniglia, che funge da sicura, agendo sull’inclinazione della corda in entrata nello strumento per regolare la velocità di discesa. Indispensabile utilizzare un moschettone d'acciaio detto 'di rinvio' (senza ghiera), che migliora di gran lunga la capacità del controllo della velocità.