Case romane al Celio, sotto la chiesa dei SS. Giovanni e Paolo

 

La parte occidentale del ninfeoSul lato Ovest del Celio, a poca distanza dal Colosseo e dal Palatino, in un’area relativamente ristretta si trovano numerose chiese di notevole importanza: S. Gregorio, S. Maria in Domnica, S. Stefano Rotondo e la Basilica dei SS. Giovanni e Paolo. Sul lato meridionale di quest’ultima sale una strada  sovrastata da contrafforti medievali; percorrendola si ha la sensazione che il tempo, almeno in questa parte di città, si sia fermato: è il Clivo di Scauro.  La costruzione della chiesa è databile al V secolo. Essa fu posizionata in corrispondenza del primo piano di uno straordinario complesso di edifici antichi. Scoperti nel 1886 dal Padre Rettore della sovrastante Basilica, è stato riaperto al pubblico dal 2002, dopo 14 anni di restauro. L’accesso all’area archeologica avviene da un ingresso creato, al termine dei lavori, proprio sul Clivo di Scauro. L'attuale muro perimetrale della chiesa paleocristiana, che si affaccia sul Clivo, ha inglobato la facciata dell'antica insula, della quale si riconoscono il portico ad archi lungo il Clivo e le finestre di due dei piani superiori

L’itinerario si snoda attraverso oltre 20 ambienti ipogei su vari livelli, in parte affrescati con pitture databili tra il III secolo d.C. e l'età medievale. Una straordinaria stratificazione archeologica, un vero e proprio labirinto su più livelli nel quale le strutture di periodi diversi si sovrappongono e si incrociano rendendo la “lettura” del sito piuttosto impegnativa. Gli ambienti, trovandosi principalmente al di sotto della navata destra della chiesa, sono inoltre tagliati dai muri di fondazione del colonnato che separa questa navata da quella centrale.
Il complesso, formato da tre case per abitazione del II sec d.C., viene trasformato, nella prima metà del III secolo, in edificio porticato con botteghe a livello strada, retrobotteghe che affacciavano su un cortile ed appartamenti per abitazione ai piani superiori. Tra la fine del III e l’inizio del IV secolo queste unità abitative popolari, probabilmente a seguito dell’acquisto da parte di un unico proprietario, vengono ristrutturate e stravolte e diventano un’elegante domus signorile, con ambienti di rappresentanza decorati da affreschi di pregio. Nella seconda metà del IV secolo, in seguito alla traslazione di reliquie di corpi venerati, che la tradizione identifica con I Santi titolari della Basilica, venne realizzata la cosiddetta confessio, una nicchia su un pianerottolo rialzato affrescata con rappresentazione di storie di martiri cristiani (essa era posta in corrispondenza di un'apertura, che si apriva nella navata centrale della chiesa). Sulla nicchia si apre una fenestella confessionis e nel tufo naturale al di sotto di questa nicchia si aprono tre cavità, che sono state interpretate come tombe.

Stanza dei Geni. Parete meridionaleIl primo piano della casa fu probabilmente utilizzato come luogo di riunione, ed è di forma e dimensioni non troppo diverse da quelle della basilica, che incorporò quindi il titulus e gli edifici laici adiacenti.
Il nucleo principale è costituito da una domus su due livelli, del II secolo d.C., occupata da un impianto termale privato (balneum) al piano inferiore e da un'insula, caratteristico caseggiato popolare con un portico e taberne al livello stradale ed abitazioni ai piani superiori, costruita all'inizio del III secolo d.C. lungo il Clivo di Scauro.
Due gli ingressi della casa: uno conduceva direttamente al pianterreno, mentre il secondo, portava ai piani superiori. Essi si aprivano in corrispondenza dei due fornici centrali. Le finestre erano disposte in due gruppi quasi simmetrici ai lati di un asse centrale, 13 al primo piano, 12 al secondo. Sul portico del pianterreno si aprivano alcune tabernae. Sotto la chiesa sono state liberate, verso la fine del secolo scorso, due grandi case di abitazione a più piani - ad una delle quali appartiene la facciata prima descritta - separate da uno stretto cortile, successivamente trasformato in un ricco ninfeo. La casa posta più a nord-est si affacciava in origine sulla via parallela al clivus Scauri e verso la via a questa perpendicolare, che correva lungo il Tempio di Claudio (ma presentava anche una facciata minore sul clivus Scauri). Nel suo stato attuale, essa può essere datata all'epoca di Adriano, sulla base dei bolli laterizi scoperti nelle murature, ma presenta fasi fasi più antiche, almeno dell'età flavia.
Il pianterreno era costituito da grandi ambienti, orientati quasi esattamente secondo i punti cardinali, che erano decorati originariamente con stucchi, pitture e mosaici parietali policromi. Il terreno, che scendeva rapidamente verso nord, lasciava il posto per alcuni ambienti, sotterranei rispetto a quelli descritti ma al pianterreno in direzione della valle. Questi erano occupati da un piccolo stabilimento termale di carattere privato. In un ambiente di quest'ultimo si trova una vasca, in un altro un bacino (labrum) di terracotta. La casa meglio conservata è quella sulla quale si sono impiantate la navata centrale e quella sinistra della basilica. Questa era separata dall'altra mediante uno stretto cortile che fu trasformato, in una seconda fase, in un ricco ninfeo. Si trattava di un'installazione di fontane con giochi d'acqua. Il pavimento è costituito da un mosaico policromo a grandi tessere. Si nota anche, al centro, un grande pozzo, che poi fu prolungato in alto, fino al pavimento della chiesa. Una ricca decorazione dipinta rivestiva le pareti dell'ambiente: sulla destra si vedono ancora tracce di un corteo di eroti su mostri marini. Inoltre, molto ben conservato, un grandioso affresco del II secolo, lungo 5 metri ed alto 3, che rappresenta forse il ritorno dall'Ade di Proserpina o, secondo altri, Venere con Bacco. All’altro capo del cortile (oltre il muro di fondazione del portico della chiesa) è una grande scala addossata al muro nord della casa. L'edificio, un'insula a più piani suddivisa in appartamenti, subì profonde trasformazioni probabilmente alla metà del III secolo. Esso fu notevolmente abbassato e trasformato in domus. Il ninfeo del cortile appartiene evidentemente a questa seconda fase.
Dal cortile del ninfeo si accede agli ambienti del pianterreno, compresi tra questo e il Clivus Scauri. Alcuni ambienti erano in origine tabernae, che si aprivano sul portico esterno (che in epoca tarda fu chiuso con tramezzi, formando così degli ambienti antistanti). Altre stanze davano invece accesso al cortile e da qui alla casa più settentrionale, mentre un piccolo andito costituisce la gabbia della scala che portava agli ambienti superiori. In quella, prossima all'ambiente con il grande affresco - con il quale in origine comunicava direttamente (ora il muro di fondazione della chiesa obbliga a un grande giro per accedervi) - si può vedere una notevolissima decorazione a fondo bianco, con efebi che sostengono un festone vegetale, intramezzati da pavoni e da altri grandi uccelli. Nella volta sono rappresentati tralci e girali, tra i quali svolazzano eroti e uccelli. Il pavimento era rivestito di lastre di marmo, asportate in antico, ma delle quali restano le impronte. Questa notevole decorazione sembra contemporanea a quella del vicino ninfeo.

Il Clivo di ScauroUna decorazione più tarda, attribuibile alla prima metà del IV secolo d.C., si trova in altri ambienti. Si tratta per lo più dell'imitazione in pittura di ricche incrostazioni di marmo policromo. Nella cosiddetta "aula dell'orante" la decorazione pittorica, sempre del IV secolo, è più ricca e assai ben conservata (tranne la parte centrale della volta, che è perduta). Sopra l'abituale decorazione, che imita crustae marmoree, corre un pesante fregio di girali di acanto, al di sopra del quale ha inizio la volta, ricoperta da un motivo circolare, diviso in 12 settori. Entro questi scomparti sono rappresentati personaggi maschili, che reggono rotuli, e coppie di pecore, oltre ad altri elementi decorativi, In una lunetta appare la figura di un orante, rappresentato al modo abituale, con le braccia aperte, che dimostra il carattere cristiano della casa in questo periodo.
Un curatissimo antiquarium raccoglie i materiali scoperti nel corso degli scavi.

Bibliografia
- Case romane e Antiquarium sotto la basilica dei SS. Giovanni e Paolo al Celio. L'ERMA di BRETSCHNEIDER. Roma, 2004
- Roma Archeologica. Carmelo Calci, ADN Kronos Libri. Roma, 2005

Le foto sono gentilmente concesse dalla rivista Forma Urbis


per Roma Sotterranea, Adriano Morabito


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