Riportiamo quanto pubblicato il 22 novembre da "Il Messaggero". Fino ad oggi, l'unica possibilità di dare una sbirciatina all'interno del Lapis Niger era consentita da una apertura con una scaletta in ferro, sempre e comunque chiusa. Ma dal prossimo anno il complesso monumentale al Foro Romano sarà aperto al pubblico al Foro Romano. All'interno del Lapis Niger - secondo tradizione - ci sarebbe la tomba di Romolo, fondatore di Roma.
Ad annunciare l'apertura del sito è stato il soprintendente archeologico della capitale Angelo Bottini: «Entro dicembre cominceremo i lavori», ha anticipato. Gli elementi del Lapis Niger appartengono all'epoca repubblicana e fanno parte del Comitio, il cuore del Foro Romano su cui si affaccia la Curia Senatus e nel quale i cittadini si riunivano per ascoltare le arringhe dei magistrati.
Il programma dei lavori «prevede innanzitutto la rimozione della vecchia copertura del complesso del Lapis Niger - dice Bottini - una struttura ormai logora e deteriorata che sta crollando, fatta di putrelle di ferro e cemento, creata negli anni Cinquanta. In questo modo potremo avviare un intervento importante per recuperare testimonianze fino ad oggi rimaste nascoste. Al posto della vecchia copertura erigeremo un capannone, una struttura studiata appositamente per coprire l'area interessata dai lavori, ma allo stesso tempo per consentire l'accesso al pubblico che potrà seguire in diretta i lavori degli archeologi».
Il complesso del Lapis Niger si sviluppa sotto il noto lastricato di marmo nero, è databile al VI secolo a.C. ed è famoso per aver riconsegnato agli studiosi una piattaforma su cui si erge un altare a tre ante mancante della parte superiore, accanto al quale è riconoscibile un tronco di colonna, forse la base di una statua, e un cippo iscritto in un latino arcaico secondo un andamento bustrofedico, ossia a righe alterne dall'alto al basso e dal basso in alto. Tale iscrizione, preziosissima per gli archeologi, potrebbe essere interpretata come una lex sacra riconducibile al vicino altare. La tradizione non solo parla del Lapis Niger come della tomba di Romolo, ma vuole anche che in quel luogo Romolo sarebbe stato ucciso e che lì stesso ci sarebbe stata una statua di Romolo, collocata in cima alla colonna.
«Per iniziare i lavori a dicembre - dice Bottini - la soprintendenza ha già stanziato un milione di euro». I lavori al Comitio rientrano in un programma più ampio di interventi messi a punto dalla soprintendenza archeologica di Roma in occasione del bimillenario anniversario della nascita di Vespasiano, che si celebrerà nel 2009. Si parte con un finanziamento di circa 5 milioni di euro da parte della soprintendenza: «Stiamo mettendo in campo risorse per migliorare tutto il sistema di fruizione dell'intera area archeologica - avverte Bottini - In occasione delle celebrazioni di Vespasiano, tutto il percorso di visita tra Colosseo, Palatino e Foro Romano avrà un apparato segnaletico e didattico nuovo. Sarà una forma di sperimentazione che se risulterà efficiente per il pubblico diverrà permanente. Inoltre, punteremo ad allestire un percorso didattico nell'area archeologica dedicato alla dinastia flavia. Partendo dal Colosseo, focalizzeremo tutti i monumenti riferibili agli imperatori Flavi tra Palatino e Foro Romano, con l'esposizione di nuove opere emblematiche nei monumenti più significativi, come per esempio le due statue colossali di basalto rappresentanti divinità, scavate sul Palatino da parte della famiglia Farnese, provenienti dall'aula regia della Domus Flavia e oggi conservate alla Pinacoteca di Parma, che esporremo nella Curia. Sempre nell'ambito del percorso didattico Flavio - continua Bottini - al fine di rivelare i resti della dinastia imperiale puntiamo ad aprire anche il tratto relativo al Foro cosiddetto della Pace, o di Vespasiano, con un progetto che nasce dalla collaborazione con il Comune di Roma».