Domus di Via di San Domenico

 

Il colle Aventino, caratterizzato nelle prime fasi della storia di Roma da una vocazione plebea-servile testimoniata dalla presenza di templi quali quello di Diana, attribuito al re Servio Tullio, del tempio di Cerere, Libero e Libera, sede delle magistrature plebee, divenne nel periodo imperiale un quartiere aristocratico, ricco di edifici pubblici e di dimore private. Dopo le devastazioni inferte dai Goti di Alarico nel 410 d.C. il colle venne quasi completamente abbandonato e fino ai primi del 900, con l'esclusione dei vari complessi religiosi, mantenne un aspetto prettamente campestre. Questo suo abbandono millenario consentì la preservazione di diversi edifici antichi tra i quali ambienti appertenuti a diverse domus quali appunto la domus sotto via di S. Domenico, la domus detta Casa Bellezza, i cosiddetti Privata Traiani.

Domus di Via di San DomenicoUna di queste domus venne scoperta nel 1935 nel corso della realizzazione di una fognatura in via di San Domenico adiacente al più studiato complesso del Dolocenum, santuario dedicato a Giove Dolicheno situato tra le chiese di Sant'Alessio e di Santa Sabina. Dopo lo scavo il Dolocenum venne completamente rinterrato mentre è possibile accedere tramite una botola sul piano stradale agli ambienti pertinenti alla domus.

Si conservano cinque ambienti comunicanti dei quali uno completamente interrato e confinanti sul lato meridionale con il complesse del Dolocenum. Gli ambienti si presentano con una copertura costituita da una volta a botte e con finestre a bocca di lupo, poi tamponate dalla costruzione dei muri di delimitazione del Dolocenum.
Le pareti delle stanze, realizzate in opera reticolata, si presentano tuttora rivestito di intonaco, completamente bianco in due degli ambienti e decorato da semplici fasce rosse ortogonali delimitanti pannelli bianchi in un altro ambiente. Due delle stanze presentano invece una decorazione pittorica più elaborata: l'ultima stanza, quasi completamente interrata , mostra nella parte superiore una piccola porzione di affresco realizzato in secondo stile pompeiano e risalente probabilmente alla prima fase pittorica della domus.

Domus di Via di San DomenicoLa decorazione è costituita, partendo dall'alto verso il basso da una fascia di foglie d'alloro in giallo su fondo violetto, da una sequenza di bugnato di rettangoli rossi delimitati da fascia verde e riquadri violetti  con  venature gialle delimitati da una cornice rossa. Segue un listello a dentelli policromo e inferiormente pannelli verticali in finto marmo imitanti il porfido e un marmo rosato con venature rosse che ricorda il Portasanta delimitati da un listello rosso e da cornici in verde la cui sfumatura rende l'aggetto di una cornice.  Il tipo di decorazione e le murature in opera reticolata hanno consentito di ipotizzare una datazione della struttura risalente alla fine del I sec. a.C..

Domus di Via di San DomenicoL'ambiente centrale conserva invece la decorazione pittorica di un rifacimento successivo. Le pareti sono bianche tripartite da fasce di colore rosso che delimitano uno zoccolo, grandi pannelli centrali bianchi ed una fascia superiore bianca delimitata, in corrispondenza dell'attacco della volta a botte, da una cornice ad onde in rosso su fondo bianco. Le lunette sono invece decorate al limite della volta con uno stucco a trifogli delimitato da fasce rosse mentre nel centro è rappresentata una maschera con il volto di Oceano, sormontato da un candelabro, tra decorazioni vegetali di girali d'acanto e fiori.

Sulla volta e sulle pareti delle finestre a bocca di lupo sono invece presenti decorazioni lineari, cornici che delimitano quadrati e rettangoli decorati nel centro con motivi floreali, rombi azzurri, figurine animali e di un satiro accompagnato da una capra. La decorazione pittorica rivela un alto grado qualitativo delle maestranze che qui lavorarono e per confronti stilistici rimanda ad un periodo tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C.
Domus di Via di San Domenico
Il pavimento della stanza, realizzato in mosaico di tipo geometrico in palombino bianco e basalto nero, riproduce un motivo a stuoia costituito da quadrati bianchi con quadrato più piccolo cerntrale delimitati da rettangoli disposti a girandola; anche questo tipo di decorazione pavimentale concorda con una datazione tra la fine del I e l'inizio del II secolo d. C.

Bibliografia
  • Paola Chini, Una domus sotto via di S. Domenico sull'Aventino, in Forma Urbis anno III n° 5 Maggio 1998

per Roma Sotterranea, Simone Santucci