Insula dell'Ara Coeli

 

L'insula, come appariva durante gli scavi, al tempo della scoperta.Tra i numerosi edifici scoperti alle pendici della collina, nel corso dell'isolamentodel Campidoglio (1931 - 1942), il più notevole è certamente la grande insula (casa di abitazione a più piani) visibile ai piedi della scalinata dell'Aracoeli, tra questa ed il Vittoriano. Dell'edificio, che si appoggia alla roccia della collina, restano , oltre al pianterreno e al mezzanino, tre altri piani, e tracce di un quarto che non era forse l'ultimo. Il pianterreno è costituito da taberne che si aprono su un cortile, circondato da un portico a pilastri.

Le taberne, probabilmente utilizzate come botteghe, comunicavano direttamente con ambienti sovrastanti, costituenti il mezzanino, il cui pavimento, originariamente di legno, è ora scomparso.

Il terzo piano dell'antica insula, oggi e' sopraelevato di un solo piano, rispetto l'attuale livello stradaleUna balconata su mensole di travertino segna il trapasso agli appartamenti in affitto, costituiti da un grande numero di ambienti, illuminati da finestre rettangolari. Gli ambienti diventano sempre più angusti man mano che si sale ai piani superiori.

Particolare dell'ultima stanza al piano superiore L'edificio, del II° secolo d.C. , costituisce un tipico esempio dell'urbanistica intensiva che era propria di Roma nella piena età imperiale e che conosciamo assai bene ad Ostia. Si è calcolato che esso ospitasse, in condizioni non certo confortevoli, circa 380 inquilini: un vero e propio dormitorio per poveri, che ci conferma le lamentele degi scrittori latini contemporanei (ad esempio Marziale e Giovenale) e in particolare la destinazione dei piani superiori ai meno abbienti.

Si ricorderanno i 'duecento scalini' (ducentas scalas) che Marziale doveva salire per raggiungere la sua abitazione, e i continui pericoli di crolli e incendi cui accenna Giovenale.


Testo di Anna Maria Ramieri Da 'Roma' di Filippo Coarelli - Ed. Laterza 1995



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