Unica isola urbana del Tevere, al centro di Roma, l’Isola Tiberina occupa un posto importante in tutta la storia della città fin dalle sue origini; di natura alluvionale, la leggenda vuole che si sia formata quando, al momento della rivolta popolare, il re Tarquinio il Superbo fu messo al bando ed il grano di sua proprietà, mietuto a Campo Marzio e raccolto in covoni, fu gettato nel fiume, accumulandosi fino a formare una vera e propria isola. Per la sua posizione defilata rispetto alla città ospitò il tempio di Esculapio, dio della medicina, il cui culto fu introdotto nel 292 a.C. in seguito ad una pestilenza; questo sorgeva nella parte meridionale dell'isola, nel punto oggi occupato dalla chiesa di San Bartolomeo. Sul lato settentrionale si trovavano invece alcuni piccoli santuari legati a culti particolari: Fauno e Veiove, Tiberino e Gaia, Bellona (detta Insulensis) e un sacello per Iuppiter Iuralius (ossia "garante dei giuramenti"), oggi sostituito dalla chiesa di San Giovanni Calibita, e situato fra le fondamenta dell'Ospedale Fatebenefratelli. L’Associazione Roma Sotterranea, su incarico della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, si occuperà di colmare le lacune documentali inerenti gli scavi eseguiti nel XIX e nel XX secolo proprio sotto l'ospedale, effettuando la pulizia ed il rilievo di mosaici e murature, lo svuotamento di due pozzi, uno scavo stratigrafico e lo studio e catalogazione dei reperti.