Analizzatore di gas

 

Analizzatore di gasL'attività esplorativa è una fase molto delicata dell'attività, che assolutamente non deve essere sottovalutata, soprattutto in termini di sicurezza.

Può accadere che in particolari condizioni ambientali si formino delle sacche di gas velenosi o potenzialmente pericolosi (ad esempio in fondo a dei pozzi da ispezionare), causati da eventi accidentali o per evidenti caratteristiche ambientali del sito in esame (ad esempio fognature).

Un'ispezione in assoluta sicurezza non può quindi prescindere dalla necessità di monitorare alcuni parametri dell'aria negli ambienti ipogei, funzionalità ampiamente svolta per mezzo del nostro analizzatore di gas.

Lo strumento misura le concentrazioni nell'aria dei seguenti gas:

  • Ossigeno (O2)
  • Anidride carbonica (CO2)
  • Metano (CH4) ed idrocarburi infiammabili esplosivi
  • Idrogeno solforato (H2S)

La scelta di effettuare un monitoraggio dei suddetti gas è stata determinata dalle seguenti ragioni:

Ossigeno: è l'unico gas che sostiene le funzioni vitali del nostro organismo; l'aria che respiriamo, a qualsiasi quota, lo contiene per il 21% circa, il resto è azoto (circa 79%), CO2 (0,03%) e gas rari (1%). L'ossigeno NON è un infiammabile: esso è un comburente, cioè è il gas che consente e favorisce la combustione di un altro qualsiasi materiale infiammabile. Da quanto detto, dovrebbe essere chiaro che un analizzatore di gas deve evidenziare difetti ed eccessi di O2: ciò non vale per gli altri gas, per i quali interessano solo gli eccessi rispetto ai massimi consentiti.

Anidride carbonica: è il gas prodotto come rifiuto del metabolismo aerobico di tutti gli animali superiori. In generale, essa si forma per combustione in presenza di elevate concentrazioni di ossigeno, di carbonio o dei suoi composti. La miscela che noi espiriamo contiene circa il 5% di CO2, il 16% di O2 e il 79% di azoto. Nei processi di fermentazione è prodotta CO2, quindi, dove ci sono materiali organici in decomposizione, bisogna verificare che la ventilazione degli ambienti tenga i valori della concentrazione entro limiti accettabili. Tali limiti sono del 3% per esposizioni brevi (circa 15 min.) e del 0,05 % per esposizioni prolungate (circa 8h). Concentrazioni elevate di CO2 determinano alterazione del ritmo respiratorio (affanno) poi sonnolenza, apatia ed infine perdita di coscienza; successivamente, si muore per asfissia. Lo strumento evidenzia gli eccessi di CO2 rispetto ai valori relativi alle esposizioni prolungate.

Metano (CH4) ed idrocarburi infiammabili esplosivi: gli idrocarburi infiammabili esplosivi sono decine di gas e vanno, in ordine alfabetico, dall'acetone allo xilene. Il metano è altamente esplosivo, asfissiante ma non tossico. Al crescere della concentrazione del metano, il rischio di esplosione è raggiunto molto prima del rischio di asfissia. Il controllo della concentrazione di CH4 è molto più significativo in speleologia urbana (perdite di metanodotti) che in speleologia naturale. Lo strumento rileva gli eccessi di concentrazione del metano e di tutti i principali idrocarburi infiammabili.

Idrogeno solforato (H2S): è un gas estremamente tossico per inalazione ed infiammabile ed ha il caratteristico odore di uova putride. Si forma nella putrefazione di sostanze organiche contenenti zolfo ed è presente in natura in alcune emanazioni vulcaniche o disciolto nelle acque di sorgenti termali cosiddette sulfuree. Per combustione in eccesso di aria si trasforma in SO2. Lo strumento rileva gli eccessi di concentrazione di detto gas.