Catacombe di Panfilo

 

Catacomba-Panfilo-PlanimetiraLa catacomba di Panfilo si sviluppa al di sotto dell’area compresa fra le odierne Via G. Spontini e via G. Paisiello, con accesso da quest’ultima, attraverso un tombino all’altezza del civico 24. L’estensione massima della catacomba è di 100 x 80 metri.  
E’ il primo complesso catacombale che si incontrava uscendo dalla Porta Pinciana, lungo il tracciato della Via Salaria Vetus, ed è anche il più antico lungo quest’arteria consolare. Il nucleo primitivo è databile alla seconda metà del III secolo. Se ne hanno i primi riscontri scritti a partire dal VII secolo, quando è menzionata nel “De locis sanctis martyrum quae sunt foris civitatis Romae”, un itiinerario per pellegrini. Nel IX secolo, a seguito della traslazione delle reliquie dei martiri, la catacomba venne completamente abbandonata.
Il primo a visitarla fu Antonio Bosio, che vi entrò, appena diciannovenne ma già con una laurea in tasca, il 16 maggio 1594; egli la trovò già completamente devastata. Il Toccafondo (Giovanni Angelo Santini) famoso copista, lasciò la sua firma graffita su un muro.
Fu visitata anche da G.B. De Rossi nel 1865..Ma si deve ad Enrico Josi la riscoperta, lo scavo e lo studio di  questa necropoli. Il tutto avvenne il 25 febbraio 1920, presso un cantiere per la costruzione di uno dei tanti edifici che in quel periodo si stavano costruendo in quella zona. Durante la realizzazione delle fondazioni, infatti, lo scavo intercettò  “un gruppo di gallerie in parte rafforzate da muri antichi a tufelli e mattoni”.
Quello che i precedenti studiosi non avevano scoperto era che il complesso si estendeva su tre livelli (in effetti su due, con un piano intermedio). Josi fu il primo a identificarla come la catacomba  di Panfilo, e ritenne di aver individuato la tomba del martire, di probabili origini cartaginesi, presso il cosiddetto “cubiculum duplex” (cubicolo doppio). Nel complesso catacombale erano forse sepolti anche altri due martiri: Candido e Quirino, le cui spoglie però non furono mai trovate.
Successivamente alla scoperta fu qui edificata fra il 1929 e il 1932, all’incrocio fra Via Spontini e Via Paisiello,  la Chiesa di S. Teresina del Bambin Gesù in Panfilo. La catacomba si sviluppa anche al di sotto della chiesa.
La necropoli ha il primato di essere la più profonda presente a Roma: il livello inferiore, il più antico e anche il più ricco da un punto di vista iconografico, si trova infatti ad una profondità di 20 metri dall’odierno piano campagna. Proprio questo livello riservò agli archeologi le più importanti scoperte. Già in tempi antichi, infatti, esso fu riempito di terra proveniente dagli scavi intrapresi per liberare i livelli superiori, e rimase pertanto quasi completamente inviolato. Questo livello presenta una pianta molto regolare, con un’arteria principale lunga 60 metri, dalla quale si dipartono perpendicolarmente una serie di gallerie parallele fra loro. In un ampliamento datato al IV secolo si trova il “cubiculum duplex” di cui sopra, che si volle identificare come tomba del martire eponimo, ucciso nel 309. Il cubicolo è formato da due ambienti tra loro comunicanti: uno misura 2,5 x 2,8 metri ed è caratterizzato da una volta a crociera sostenuta ai 4 angoli da colonne e capitelli scolpiti direttamente nel tufo. Catacomba-Panfilo-loculoSulla parete di fondo si apre l’accesso al secondo cubicolo di 3,4 x 2,7 metri caratterizzato da una copertura a botte. Qui si apre un arcosolio profondo 1,1 metri, con una sepoltura “a mensa”, vale a dire con copertura piana e non verticale; intorno all’arco, dei fori servivano per poggiare lampade e fiori. L’ambiente fu dotato nel tempo (V-VI secolo) di due cattedre affrontate scavate nel tufo e di un altare, decorato con lastre di porfido e pavonazzetto, con al centro una “fenestella confessionis”. Tutto ciò ha fatto identificare il cubicolo come il luogo di sepoltura di Panfilo, anche per la presenza, su uno dei muri, di un graffito medievale con la dicitura “scs Panfilu”. Da notare che gli ambienti del cubicolo doppio sono caratterizzati da sepolture a terra (formae), proprio per ospitare il maggior numero di fedeli in prossimità della sepoltura del Santo martire.
Sempre su questo livello, all’interno di altri cubicoli,  si possono osservare affreschi rappresentanti il Buon Pastore (stranamente barbato), Noè nell’Arca, pavoni, festoni, colombe e motivi ornamentali.
Lungo la galleria che porta al  “cubiculum duplex” si trovava, in una nicchia, una pittura raffigurante una Madonna col bambino databile al VI secolo; l’opera fu gravemente danneggiata da un operaio impegnato nella costruzione della palazzina soprastante, che penetrò nella galleria appena scoperta e scalpellò via la pittura.
Sarcofago-catacomba-Panfilo-romaSempre su questo piano da notare la presenza di una lastra rettangolare in marmo tasio. Trattasi di un sarcofago, probabilmente pertinente ad una tomba presente in superficie, che merita attenzione in particolare per la ricca policromia che eccezionalmente conserva, ma anche per la decorazione e i temi trattati, tutti di ambito pagano, nonostante il riutilizzo in un complesso cristiano.
Anche il piano intermedio ha una griglia regolare: è composto essenzialmente da due ambulacri collegati tra loro da una serie di gallerie ma lo stato di conservazione è pessimo a causa dei frequenti crolli. Qui si trovano molte sepolture di bambini: lo Josi ne individuò 83, mentre quelle di persone adulte erano 36. Anche le suppellettili, ancora ben conservate al loro posto, riflettono questa caratteristica: vi si trovano campanellini, oggetti in avorio, statuette e bambole in osso.
Il piano più superficiale si trova a circa 10 metri di profondità da Via Paisiello: lungo una galleria principale si aprono, due sul sinistro e tre sul destro, cinque bracci piuttosto stretti (misurano 80 centimetri di larghezza). Datato fra il 348 e il 361, risulta molto rovinato a causa dei lavori eseguiti nella prima metà degli anni ’20 del secolo scorso per la realizzazione degli edifici soprastanti.

BIBLIOGRAFIA
Cioffarelli A. – Natale M.T., “Guida alle Catacombe di Roma e dintorni”, Bonsignori Editore, Roma 2000
Cupitò C. (a cura di)  “Il territorio fra la Via Salaria, l’Aniene, il Tevere e la Via Salaria Vetus”, L’Erma di Bretschnider, Roma 2007
De Santis L. - Biamonte G., “Le catacombe di Roma”, Newton Compton Editori, Roma 1997
Josi E, "Il Cimitero di Panfilo", Pontifico Istituto di Archeologia Cristiana, Roma 1924.
Pergola P. “Le catacombe romane. Storia e topografia”, Carocci 2002


per Roma Sotterranea, Adriano Morabito