Dopo ventisei anni di restauro l'intero Templum Veneris et Romae tornerà alla città ed entrerà nel percorso di visita tra Foro romano e Palatino.
Il Tempio, che sorge su una terrazza artificiale alta 9 metri, fu fatto erigere dall'imperatore Adriano, cui è riconosciuta anche la paternità del progetto, e fu inaugurato nel 135 d.C.. E' considerato dagli archeologi il tempio più grande di Roma, un unicum per le due celle addossate, una rivolta al Colosseo, quella dedicata a Venere, e l'altra rivolta verso il Foro Romano, dedicata a Roma, e oggi per metà inglobata dal convento della chiesa di Santa Francesca Romana. "Un'apertura possibile grazie al finanziamento ulteriore di 250.000 Euro dalla gestione commissariale dell'area archeologica", dichiara il sottosegretario ai Beni Culturali Giro.
"Col restauro abbiamo cercato di ricostituire un'immagine unitaria del tempio prima invisibile - racconta la Dr.ssa Claudia Del Monti, responsabile dei lavori per la Soprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Roma. "Per la parte di Venere, abbiamo restituito la grandiosità del tempio, ripristinando l'impianto della cella di circa 25 metri, con la pavimentazione in peperino, salvando alcuni punti originari e ridefinendo tutto il perimetro del colonnato". Gioiello del tutto sconosciuto è la cella del tempio di Roma, saggio di virtuosismo architettonico a partire dall'abside monumentale. Un picco di vertigine l'offrono poi le monumentali colonne di porfido intorno pavimento decorato con raffinate quadrature con cerchi policromi.
Fonte: "La Repubblica.it" del 6 novembre 2010 - articolo di Laura Larcan