Mausoleo di Lucilio Peto

 

Scoperto nel 1885 nella vigna del Cavalier Cesare Bertone, lungo il margine Ovest della Via Salaria, al di fuori delle mura Aureliane, è la struttura più rilevante di tutto il sepolcreto ritrovato tra via Salaria e via Pinciana. Il piano originale si trova a 7 m dall’attuale di calpestio, livello a cui fu messo in luce anche un muro in blocchi di tufo che molto probabilmente doveva costituire il lato frontale del recinto funerario sulla via Salaria. Mausoleo Lucilio Peto CellaE’ probabile che attorno vi fossero altre sepolture di liberti legati alla gens Lucilia poichè ne sono state ritrovate le iscrizioni (CIL VI 21582 e 21590 e riferimento nella FUR tav.2).
I dati di scavo non contengono i rilevamenti grafici necessari per comprendere il rapporto tra la struttura (databile al I sec. a.C) e la fase di largo utilizzo del sepolcreto durante l’età imperiale (I e III sec. d.C.). Gli ultimi studi attestati sull’area sono del 1940, mentre altri del Montanari sono rivolti al suo riutilizzo in epoca tardo-antica.
La tomba è monumento rilevante per la tipologia dei mausolei a tumulo ed è costituito da un basso tamburo del diametro di 35.60 m ed alto 5 m circa, su cui si innestava un cono di terra ancora parzialmente conservato. L’altezza totale doveva raggiungere i 16 m. (Figura 1, a).
Al centro del tumulo è presente la camera sepolcrale a croce greca, raggiungibile attraverso un profondo dromos, aperto, nel punto opposto alla viabilità.
La struttura presenta un muro continuo in cementizio (cinto alla base da blocchi di tufo) e rivestito da spesse lastre di travertino. Lo zoccolo è aggettante su 2 filari sormontato da una cornice, al di sopra la fascia centrale è composta da 4 filari di lastre che imitano perfettamente l’opera quadrata: il tamburo termina con una cornice a dentelli.
Mausoleo Lucilio Peto sezione
 Figura 1: ricostruzione dell’esterno e sezione (LTURS)

Sul lato prospiciente la via Salaria, nell’opus quadratum di travertino, è inserita l’iscrizione in elementi marmorei del titolare del sepolcro, a caratteri estremamente curati e bordata con un kymation lesbio con palmette angolari.
L’iscrizione (CIL VI 32932): V(ivus). M(arcus) Lucilius M(arci) f(ilius), Sca(ptia tibu), Paetus, trib(unus) milit(um), praef(ectus) fabr(ium), praef(ectus) equit(um). Lucilia M(arci) f(ilia) Polla, soror. [Marco Lucilio figlio di Marco Peto, della tribù Scaptia, tribuno militare, prefetto dei fabbri, prefetto dei cavalieri (fece) da vivo per se stesso e per la sorella Lucilia Polla figlia di Marcia.]
 Doveva essere presente anche un portale, oggi non più presente, di accesso al dromos coperto da una volta a botte; la cella è invece coperta da volta a botte con lunette; i vani sono realizzati con una gettata in cementizio con forti irregolarità e semplicemente intonacati.
Si conserva un letto funebre in muratura sulla parete N della cella, ma inserito successivamente, mente ne sono sprovvisti gli altri bracci, che in origine invece dovevano necessariamente contenerli.
Per la sua tipologia il mausoleo è inquadrabile in una datazione tardo repubblicana o primo imperiale e la forma schiacciata del tamburo sembra richiamare i tumuli etruschi, con una nota di arcaicità; l’iscrizione non consente una datazione più precisa in quanto Lucilio Peto non è noto da altre fonti e la posizione molto alta dell’epigrafe può far ragionevolmente sostenere che fosse destinata ad accogliere altri titoli.

 Figura 2: iscrizione del tumulo funerario contornato da cornice con kyma lesbico e palmette (LTURS)

Il tumulo subì presto un innalzamento del livello del piano di calpestio che il Lanciani attribuisce alla terra proveniente dallo sbancamento per i Mercati Traianei; lo stesso scrive anche che probabilmente nel II secolo questo era interrato fino al coronamento, poichè ad esso si addossavano ipogei in laterizio, tra cui un colombario a fianco dell’iscrizione ed un sepolcro della fine del I sec. nel retro della struttura.
Nel IV secolo subì una fase di riutilizzo, con una scala di accesso al dromos e una vera e propria galleria cimiteriale all’interno; i loculi scavati nella galleria sono in parte ricavati nelle fondazioni del dromos, in parte nel sottostante banca di tufo. Furono rinvenuti o manomessi o chiusi da semplici laterizi privi di iscrizione. Su circa 80 sepolture, la metà sono afferenti a bambini.
Lungo il margine superiore di un loculo, gli ultimi studi del Montanari hanno rilevato una lunga iscrizione, circa 2 m, sfuggita nei primi studi, in un formulario abbastanza semplice e tipico
dell’ambiente delle catacombe del IV secolo. Per quanto riguarda l’attribuzione delle sepolture tarde, esse sembrano appartenere ad un nucleo familiare o ad un collegium di religione pagana e di umile condizione, supportata, questa interpretazione, dall’uso di fissare le tabelle epigrafiche sopra i loculi. Il suo riuso fu comunque limitato nel tempo come dimostra, lo scavo, presto interrotto, di due diramazioni laterali.  


Bibliografia ed immagini:
Lexicon Topographicum Urbis Romae Suburbium - Vol.III pag, 241-243
Voce:  M. Lucilii Paeti Sepulcrum,  a cura di Zaccaria Mari e disegni allegati alle fig.208, 209-210-212; iscrizione da CIL VI 32932

per Roma Sotterranea, Elena Luisa Silvestro


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