In un periodo in cui vanno tanto di moda le cosiddette "fake news" e le attività di "debunking", ci sentiamo di uscire allo scoperto e dire la nostra in merito a quanto pubblicato in data 19 Luglio dalla testata on-line "ROMAH24".
Durante un incontro congiunto con la Dottoressa Rosalba Matassa, Direttore del Dipartimento Tutela Ambientale, svolto in data 25 Giugno 2018 insieme a numerose altre Associazioni, Roma Sotterranea ha portato all'attenzione la presenza di due cave sotterranee (scavate in epoca differente) situate all'interno del parco di Villa Ada e che meriterebbero maggiore attenzione per la sicurezza dei frequentatori della Villa. Tale intervento è stato supportato da relazioni, foto e rilievi, peraltro già consegnati al medesimo Dipartimento e alla Sovrintendenza statale già nel 2013.
A seguito di tale incontro, siamo stati contattati numerose volte da un giornalista della testata on-line "ROMAH24", presente all'incontro e fortemente intenzionato a scrivere un articolo relativo alle "aree tufacee a rischio presso Villa Ada"; Roma Sotterranea il 3 Luglio ha scelto di declinare tale invito comunicando, come propria prassi ormai ben consolidata, di non alimentare eventuali allarmismi e di non dare risalto a situazioni di dissesto e/o di pericolo, proponendo in alternativa un articolo con un taglio differente da concordare con il Dipartimento stesso, nel quale dare eventualmente risalto ad aspetti costruttivi piuttosto che alla diffusione di allarmismi ingiustificati.
Certi di aver svolto correttamente il nostro ruolo di studiosi del sottosuolo, abbiamo però dovuto constatare con amarezza che ROMAH24 è comunque riuscita a perseguire il proprio intento pubblicando il 19 Luglio e il 20 Luglio sulla propria testata due articoli con la collaborazione di altri speleologi probabilmente meno attenti di noi a dare una immagine positiva dei luoghi che abbiamo il privilegio di poter frequentare "in esclusiva".
Le due cave di cui si parla negli articoli sono ben note alla nostra Associazione: le abbiamo esplorate completamente (anche nelle aree oggi completamente colme di detriti), ne abbiamo rilevata una completamente ed una per metà realizzando anche le sezioni delle aree caratteristiche, ne abbiamo chiesto la chiusura (sia degli accessi sia dei pericolosi pozzi a sfioro alti oltre 9 metri nascosti tra la vegetazione), le abbiamo fotografate e abbiamo fornito evidenza della loro frequentazione da parte di senzatetto ma in 10 anni non ci siamo mai sognati di "renderle pubbliche" con il rischio di farle diventare un luogo frequentato e di aumentarne il rischio.
Tutti noi di Roma Sotterranea siamo orgogliosi di far parte di una Associazione che studia, frequenta, diffonde e difende il sottosuolo della Città Eterna senza sentire mai il bisogno di fare sensazionalismo ed allarmismo da pochi spicci. Preferiamo un po' di sano anonimato piuttosto che una discutibile visibilità.
E' ben lungi da noi l'idea di dichiarare "sicuri" per la frequentazione pubblica questi luoghi, ma cui prodest tale tipologia di divulgazione, esagerata nei fatti e nei modi? Noi rimaniamo della nostra idea, e continuiamo ad occuparci dello studio degli ambienti ipogei, della loro valorizzazione e della diffusione della conoscenza del sottosuolo di Roma; a terzi lasciamo gli articoli ad effetto, i falsi scoop e il sensazionalismo spiccio.