Olearie papali

 

Olearie papali - Piazza della RepubblicaIn vista del Giubileo del 1575 papa Gregorio XII realizzò a Roma il primo granaio pubblico all’interno dell’aula ottagona e dei tre grandi ambienti delle terme di Diocleziano a fianco della chiesa di Santa Maria degli Angeli, anch’essa realizzata qualche anno prima, a partire dal 1561, da papa Pio IV (1559 – 1565) all’interno di un’ala delle strutture termali.
Nel 1763 un altro papa, Clemente XII (1758 – 1769), autorizzò la costruzione di una riserva d’olio che, garantendo l’approvvigionamento per la città,  calmierasse i prezzi del prodotto. I pozzi per lo stoccaggio del prezioso elemento furono realizzati nell’arco di un anno proprio nei sotterranei dei granai. Per la conservazione dell’olio era infatti necessario un luogo fresco e con temperatura costante e i sotterranei gregoriani furono consideratia tal proposito ideali.
Va ricordato a tal proposito che grano e olio  erano all’epoca direttamente gestiti dall’annona Pontificia.
I lavori per la realizzazione delle olearie papali – affidati all’architetto Piero Camporesi il Vecchio - non furono facili, in quanto fu necessario abbattere alcune antiche e imponenti strutture delle terme e si dovette realizzare un gran numero di pilastri per sorreggere i granai superiori. Olearie papali - piazza della RpubblicaNon vi fu alcuna attenzione a preservare l’antico edificio termale: furono smantellati, infatti, gli antichi sistemi di riscaldamento e il portale bugnato d’ingresso al complesso - che si apre sull’odierna Piazza della Repubblica, immediatamente a lato della chiesa di S. Maria degli Angeli - fu aperto nella muratura del calidarium. Sovrasta l’entrata un cartiglio che ricorda la realizzazione dei “putei ad conservatione olei” ad opera di Clemente XIII, al di sotto del quale vi è una testa di leone con due rami di ulivo in bocca. Al di sopra l’imponente stemma papale.
I pozzi realizzati furono dieci, posti su due file da cinque,  all’interno di un ambiente composto da cinque corridoi con ampie volte a crociera su possenti pilastri. Le bocche delle cisterne, ognuna delle quali poteva contenere  44.000 litri, emergono dal pavimento rialzandosi da esso con una grande vera in travertino.
Nel 1816 l’annona fu soppressa e gli edifici ebbero vari utilizzi, in particolar modo a fini assistenziali. Il restauro realizzato in occasione del Giubileo del 2000 ha messo in luce molte delle antiche strutture termali obliterate dagli interventi settecenteschi, trasformando le olearie in un magnifico spazio per esposizioni e mostre.


per Roma Sotterranea, Adriano Morabito