Balneum di Via del Teatro Marcello

 

Mappa_Balneum_Teatro_MarcelloNel 1929, nel corso degli scavi finalizzati all’apertura della cosidetta via del Mare, quella che oggi si chiama via del Teatro Marcello, vennero scoperti alle pendici del Campidoglio, di fronte a via Montanara, una serie di ambienti antichi.
Gli scavi, o meglio gli sterri effettuati, individuarono delle murature in opera laterizia datate, grazie ai bolli, all’età adrianea e che avevano inglobato delle strutture più antiche. La presenza di vasche rivestite in cocciopesto e di una cisterna consentirono di riconoscervi un balneum, un ambiente termale riferibile ad una domus privata.
Il primo ambiente a nord era una grande aula rettangolare con una banchina in muratura che si sviluppava addossata alla parete.
Le pareti presentavano un alto zoccolo di intonaco rosso violaceo, tuttora parzialmente conservato, mentre superiormente erano dipinte con delle campiture bianche decorate al centro da piccole figure umane volanti ed elementi vegetali appesi con dei fili, e delimitate da fasce e filettature di colore rosso. Questo tipo di decorazione rappresenta una semplificazione del IV stile pompeiano, rientrando nel cosiddetto “stile lineare” tipico della fine del II e della prima metà del III secolo d.C..
Balneum_teatro_MarcelloQuesto lungo ambiente presentava una copertura a volte a crociera con una doppia nicchia rettangolare sulla parete più breve. La pavimentazione, risalente probabilmente al periodo severiano, è realizzata in mosaico bianco e nero, costituito da semicerchi bianchi giustapposti per il lato convesso che vanno a delimitare delle forme esagonali nere con due lati dritti e quattro concavi.
Verso sud l’aula si apriva su una terrazza insieme ad un altro ambiente ad essa adiacente addossato alla rupe capitolina e caratterizzato dalla presenza di tre nicchie, delle quali la centrale rettangolare e le due esterne circolari.
Accanto a questi ambienti si sviluppavano altre stanze con un diverso orientamento. Una di queste presentava due grandi nicchie ad arco una delle quali trasformata in ninfeo con vasca rivestita in cocciopesto e pareti articolate in cinque nicchiette separate tra loro da colonnine poste sui lati.
Superiormente la lunetta dell’arco presentava un affresco risalente al IV secolo, l’ultima fase di utilizzo della struttura, con la rappresentazione della liberazione di Andromeda, incatenata alla rupe, da parte di Perseo. Sotto questa pittura si individuano due fasi precedenti, la prima con rosette e cornici in stucco e la successiva, analoga a quella dell’aula a mosaico, con fasce rosse che delimitano tre riquadri bianchi decorati rispettivamente con Gorgone, quello centrale, e pavoni, quelli laterali.
Oggi, tramite un tombino sul marciapiede, è possibile accedere solo alla grande aula con mosaico mentre gli ambienti adiacenti risultano parzialmente interrati.


per Roma Sotterranea, Simone Santucci


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