L’identificazione, rivelatasi poi errata, di S. Nicomede come martire eponimo di questa catacomba, si deve a G.B. De Rossi, che la scoprì alla fine del 1864 (la Commissione di Archeologia Sacra la visitò il 19 gennaio 1865) all’interno delle proprietà dei Marchesi Patrizi. L’archeologo, procedendo al restauro del complesso sotterraneo, individuò nella zona soprastante un edificio rettangolare absidato, che identificò con la basilica dedicata al martire Nicomede, attribuendo così anche il complesso catacombale allo stesso personaggio, il cui nome è riportato ancora oggi sopra alla porta di accesso alle catacombe, come si può osservare nell'immagine a fianco.
Ulteriori lavori si resero necessari nel 1900 a seguito di una frana verificatasi ai piedi della scala di accesso. Al di sopra della catacomba erano state infatti scavate delle cave di pozzolana.
Già nel 1918-1920 però, il cimitero di Nicomede viene riconosciuto da Enrico Josi nelle oltre trenta gallerie scoperte sempre all’interno di quella che nel frattempo era diventata l'ex proprietà Patrizi e distrutte in quegli anni per la costruzione dei palazzi delle Ferrovie e del Ministero dei Trasporti.
L’elenco della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra lo identifica oggi come “Cimitero anonimo di Via dei Villini”. Alla catacomba si accede infatti da una porta in Via dei Villini 32: sopra di essa incombe la casa generalizia delle “Figlie del Sacro Cuore di Gesù”.
Via dei Villini è una traversa sulla destra della Via Nomentana uscendo da Roma, e le catacombe si trovano a circa 550 metri in linea d’aria dall’antica porta omonima. Il complesso ipogeo ha uno sviluppo molto modesto; 160 m. di gallerie articolate su due piani, che sottopassano perpendicolarmente Via dei Villini e si dirigono verso Via G. Saliceto. Lungo la galleria principale si aprono tre cubicoli.
BIBLIOGRAFIA
Cioffarelli A. – Natale M.T., “Guida alle Catacombe di Roma e dintorni”, Bonsignori Editore, Roma 2000
De Santis L. - Biamonte G., "Le catacombe di Roma", Newton Compton, Roma 1997
Giornali di scavo e verbali della Commissione di Archeologia Sacra