Nell’angolo nord-ovest di Piazza Vittorio, arretrata rispetto al fronte degli edifici circostanti, sorge una delle antiche chiese titolari di Roma, presente nell’elenco del sinodo del 1° marzo 499: il titulus Eusebii.
La chiesa sorgerebbe sull’abitazione di Eusebio, che visse a Roma fra il 309 e il 340. Anche se la tradizione vuole che, rinchiuso in questa casa dall’Imperatore Costanzo, qui morisse “di puro stento”, in realtà, in quanto strenuo sostenitore delle decisioni prese nel Consiglio di Nicea - che decretò la condanna dell’arianesimo - fu per questo esiliato da Costanzo.
Ciò che è stato ritrovato al di sotto dell’abside e del transetto della chiesa, sono i resti di un edificio risalente al II secolo, e più esattamente una parete di 20 metri - orientata parallelamente a Via Principe Amedeo - e due stanze. Il resto dell’edificio andò probabilmente distrutto nel 1238, quando fu costruita la chiesa romanica.