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“La terza Roma si dilaterà sopra altri colli lungo le rive del fiume sacro sino alle spiagge del Tirreno” diceva Mussolini nel 1925, e di lì a qualche anno la sua visione grandiosa e arrogante sembrava concretizzarsi nel nuovo quartiere E42.
Collocato nell'area che collegava Roma ad Ostia, in linea con la propaganda della nuova Roma coloniale e imperialista che si espandeva verso il mare, il quartiere nasceva per accogliere l'Esposizione universale del 1942, un'esposizione pensata per celebrare la grandezza della Civiltà Italiana dall'epoca romana fino agli anni del Duce.
Il progetto per il nuovo insediamento prese vita soprattutto dalle idee di Marcello Piacentini, Sovrintendente di E42, e dalle creazioni dei più rinomati architetti e artisti dell'epoca: Luigi Moretti, Adalberto Libera, Mario Sironi e Giulio Rosso sono solo alcuni dei grandi protagonisti che collaborarono ad ideare il quartiere. L'area in costruzione voleva essere il simbolo magniloquente della grandezza del Regime e della sua continuità con l'Impero Romano ed al tempo stesso imporsi come modello di modernità.
Nonostante I grandi propositi e i protagonisti eccezionali, nemmeno una ventina di anni dopo Adalberto Libera definiva E42 come “il cimitero delle nostre sconfitte”.
La visita ci porterà per le strade dell'Eur, concentrandosi sulla prima fase di costruzione durante il Regime, cercando di ricostruire l'originario progetto di E42. Passeggianto per il cardo e il decumano massimo (via Cristoforo Colombo e viale Civiltà del Lavoro), dove ancora si respira un'atmosfera metafisica da quadro di De Chirico, affronteremo il dibattito sviluppatosi rigurado lo stile e le caratteristiche del nuovo insediamento e cercheremo di capire quali furono I problemi e le difficoltà nella gestione del progetto di E42, un quartiere che è ancora oggi il simbolo ambivalente del fallimento del Regime e al tempo stesso l’immagine della grande architettura moderna.
Appuntamento: ingresso del Palazzo Degli Uffici di EUR SpA, via Ciro il Grande 16