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L'Emissario spiegato da Leo Lombardi

 

 Gli scolmatori del Lago di Nemi

Il lago di Nemi, piccolo lago ubicato nei Colli Albani, apparato vulcanico estinto circa 30.000 anni or sono, ha una superficie dello specchio liquido di circa 2 Km2 e una profondità massima di circa 36 metri.  E’ privo di emissari naturali - è un lago endoreico - ed è alimentato da sorgenti presenti lungo i versanti e, naturalmente, dalle piogge. Afflussi che, presumibilmente, facevano oscillare stagionalmente lo specchio liquido.  Oggi, a causa dell’intenso sfruttamento delle circolazioni idriche sotterranee, il lago è in continuo decremento.

Questo lago ebbe in antichità un particolare valore simbolico in quanto sul suo versante nord fu edificato un tempio a Diana Nemorense venerata da Alba Longa, dalla Lega Latina e dai Romani fino al primo impero. Il tempio, è stato più volte restaurato e ricostruito dal VII secolo a. C. fino al I secolo d.C.  Studi e nuovi scavi sono in corso per individuare meglio le fasi antiche del tempio.
Come in altri laghi della campagna romana, e di altre regioni d’Italia, anche a Nemi, in epoca non ancora determinata, antiche popolazioni intervennero per stabilizzarne il livello realizzando un emissario artificiale che collega lo specchio liquido con la vicina piana di Ariccia.  L’emissario ha mantenuto stabile il livello del lago, probabilmente, per oltre 2500 anni.

L'emissario ed il lago di Nemi, visti in sezione

L’importanza del lago e del tempio fu marcata da Caligola (37-41 d.C.) che volle costruire e varare due splendide navi per feste e banchetti, navi che, probabilmente, per secoli hanno galleggiato nella splendida conca verde fino al loro affondamento.
Già nel 1500 Leon Battista Alberti cercò di recuperare le navi o quanto in esse contenuto. La spoliazione e il saccheggio continuarono per secoli fino al 1927, quando con un vasto e difficile lavoro, nell’arco di 4 anni si pomparono più di un milione di m3 d’acqua e il livello del lago fu portato a 22 metri di profondità, permettendo di tirare a secco le navi.
emissario lago di NemiNelle navi vi era un impianto termale, camere da letto, saloni, pompe, serbatoi per l’acqua e paranchi che ruotavano su piattaforme a cuscinetti a sfere. Una meraviglia tecnica.
Per le navi fu allestito un museo, ma i nazisti, il 31 maggio 1944, le incendiarono e oggi, sulla sponda del lago, nel museo, restano dei modelli, qualche oggetto e dell’impresa ci rimane il libro di Ucelli, che descrive in dettaglio il ritrovamento.
Vittorio Castellani, prematuramente scomparso, ci ha lasciato il rilievo del cunicolo lungo oltre 1.700 metri, e una preziosa pianta in scala.
I problemi che Castellani, eminente studioso e attento speleologo, lasciò irrisolti sono sempre in attesa di soluzione.
Esiste una relazione tra il tempio e l’emissario?
Esistono due imbocchi dell’emissario: quale il più antico? Fu realizzato per proteggere il tempio di Diana?  Ma, soprattutto, quando fu realizzato il primo intervento idraulico?
Su questi temi gli studi sono ancora in corso e si spera di trovare delle risposte.

Bibliografia

Castellani V.  L’emissario del Lago di Nemi, in Opera Ipogea n° 2-3 2003 pp. 1-144
Ucelli G. Le navi di Nemi, Roma 1950 


                                                                                    Per Roma Sotterranea  Leonardo Lombardi