Basilica di S. Giovanni in Laterano

 


Una sala del livello superiore, con visibili gli affreschi conservati e recentemente restaurati.

L' intera zona del Laterano, e più specificatamente quella a ridosso della basilica lateranense è senza dubbio una delle aree archeologiche più interessanti della città. Attraversata da un traffico furioso, la zona del Laterano, che deve il nome dalla famiglia dei Laterani i quali in età imperiale avevano notevoli proprietà in quest' area, racchiude oltre alle tracce visibili in superficie quali l'acquedotto neroniano, l' obelisco di Thutmosis II, i resti di un edificio termale ed il battistero, anche delle straordinarie testimonianze del passato della Roma imperiale e cristiana sotto il piano stradale e la basilica di S. Giovanni. Infatti, a quasi 6 metri di profondità rispetto alla quota della pavimentazione della basilica, troviamo una serie di costruzioni che si sono addossate le une alle altre nel corso di 2 secoli, i cui resti sono poi serviti agli architetti costantiniani quali base per le fondamenta della basilica paleocristiana.

Una delle più antiche testimonianze sotto la basilica è la presenza di un caseggiato d' abitazione databile intorno al I sec. d.C. e probabilmente appartenuta alla nobile e potente famiglia dei Laterani, di cui un esponente, Sesto Laterano, partecipò senza successo alla congiura dei Pisoni ordita contro Nerone, con il risultato di essere condannato a morte e di vedere le proprietà confiscate dall'imperatore. I resti di questo pur grande complesso, oggi assai ridotto, si compongono di alcuni ambienti che si trovano alla maggiore profondità raggiunta dagli scavi, di un corridoio a pilastri decorati e ornato con pitture di IV stile. A livello leggermente più alto e costruite per buona parte sopra le distrutte case dei Laterani, si trovano invece i resti del complesso delle caserme del corpo degli Equites Singulares , la guardia imperiale a cavallo, insigne corpo istituito da Settimio Severo verso la fine del II sec. d.C. che era appunto di stanza nella zona del Laterano.

Evidente la sovrapposizione di diversi nuclei abitativi, sviluppatasi nel corso di secoli di riutilizzo.I cospicui resti ora visibili, attualmente sotto la navata centrale della basilica, sono pertinenti alla zona centrale dell'antico edificio e identificabili con la zona del praetorium; qui troviamo l'area del comandante della caserma, disposta attorno ad un lato cortile di forma rettangolare (15 x 21,50 metri) porticato su pilastri probabilmente architravati; sull'altro lato è stata identificata l'area del sacrarium, mentre sugli altri lati si pensa, che trovassero posto gli ambienti per gli ufficiali. Spostandoci poi sotto l'attuale transetto della basilica, ci troviamo invece di fronte a quello che era con ogni probabilità il dormitorio dei soldati, con le camere disposte su due livelli e tra loro parallele, coperte da volte a crociera. Un'interessante testimonianza è la presenza di un capitello rovesciato che reca una data incisa, quella del 2 giugno del 203 d.C., dedicata a Settimio Severo e al figlio Geta ( quest'ultima iscrizione è stata abrasa probabilmente per volere del fratello Caracalla, che dopo averlo ucciso ne cancella il nome e le sculture in tutta Roma, come nell'Arco di Settimio Severo ai Fori, nell'Arco degli Argentari ), dal Collegium degli Equites. L' edificio meglio conservato, o quanto meno di cui possiamo intuire meglio la forma è esattamente sotto l'attuale abside della basilica, di cui peraltro si notano i muri di fondazione, e corrisponde ad una costruzione del III sec d.C., disposta attorno ad un cortile-cavedio porticato di vaga forma trapezoidale, con grande fontana circolare al centro ( di cui però rimane poco ) ed ornato da uno straordinario mosaico a disegno geometrico in tessere bianche e nere.

Alcuni degli ambienti che si disponevano attorno al cortile conservano ancora le tracce delle decorazioni a fresco sulle pareti, a riquadri dipinti. Quest' ultima costruzione confinava con l' originaria via Tuscolana, che le passava quasi tangente ad un lato; gli scavi eseguiti nella metà del secolo scorso ad opera dell'architetto Virginio Vespignani, scavi occorsi per il malaugurato rifacimento ottocentesco della primitiva abside con deambulatorio risalente al periodo delle ristrutturazioni medievali della basilica, fece rinvenire appunto quest' ultima parte. Dopo la battaglia di Ponte Milvio, dove le truppe di Costantino sconfissero quelle di Massenzio, con cui il corpo della guardia imperale a cavallo si era schierato, la caserma venne completamente rasa al suolo da Costantino, che dopo l' Editto di Milano ( 313 d.C. ), volle qui celebrare la costruzione della prima basilica cristiana a Roma e dedicarla al Salvatore tra il 314 e il 318 d. C. . A questo scopo, i muri della caserma, come anche delle altre costruzioni prima citate, servirono sia come vero piano d' appoggio alla nuova fabbrica, che come camera di contenimento entro la quale, attraverso una grande opera di riempimento, si riuscì a creare una sorta di piattaforma per la costruzione della basilica.

Impressionante l'intricato dedalo di cunicoli che si sviluppa sotto la basilica.La scelta della zona lateranense come sede della prima basilica "ufficiale" della religione cristiana elevata a religione di stato, oltre che pratica - la caserma era di proprietà demaniale - era anche fortemente simbolica. Congiungendo infatti con una retta la basilica lateranense con qualla vaticana, notiamo che la retta passa per il Colosseo, e da questo, ripartendo in maniera perpendicolare alla prima retta, un' altra retta congiunge idealmente le basiliche di S.Paolo fuori le mura e di S. Lorenzo; il Colosseo diventa allora il centro ideale della croce del sistema basilicale costantiniano. Proseguendo inoltre per l'asse Laterano-Colosseo-Vaticano, notiamo che altri edifici tra i più importanti e simbolici del potere imperiale e papale , si allineano lungo il tracciato: il Tabularium, l'archivio di stato romano sul colle del Campidoglio, poi sede del potere comunale con l' istituzione nel XII sec. del Comune di Roma con Cola di Rienzo; il palazzo della Cancelleria; infine il palazzo dei Tribunali a via Giulia, ordinato da papa Giulio II a Donato Bramante, e non finito per la morte di entrambi, di cui rimangono però cospicue tracce lungo la via, note come i sofà di Via Giulia. l'asse è detto " axis urbis " .



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