Basilica di S. Marco

 


Le mura perimetrali, con visibile l'antico Clivus.L'attuale Basilica di S. Marco, situata oggi nel pieno centro storico cittadino, è l'ultima di una serie di Basiliche edificate in loco, realizzate ognuna sui resti della precedente. La prima originaria basilica fu quella di Papa marco il quale la costruì nel corso del suo breve pontificato, appena sei mesi nel corso dell'anno 336.

Appena si scende la scala che conduce ai sotterranei, attraverso una porticina alla sinistra del portone dell'attuale ingresso, è oggi possibile osservare i muri perimetrali dell'originaria basilica paleocristiana, perfettamente conservati e solo ultimamente riportati alla luce. Un particolare risalto è da attribuire alla singolare disposizione della navata, praticamente in posizione opposta all'attuale. Questo fu probabilmente determinato dal fatto di dover difendere la basilica stessa dalle numerose e frequenti innondazioni del fiume Tevere che soprattutto in quel periodo, devastavano la zona fino ad arrivare ad innondare perfino la Via Lata (attuale Via del Corso).

Da osservare inoltre che le il muro perimetrale dell'abside poggia su di una pavimentazione di antico basolato, perpendicolare alla via Lata, e che giàal tempo della costruzione della prima basilica doveva risultare come una strada di secondaria importanza. A tale proposito sono state anche avanzate diverse ipotesi, tra le quali quella che probabilmente sembra avere più credito è che si trattasse di un Clivus, sino ad oggi sconosciuto, e che fosse stato totalmente abbandonato giànel V o al massimo nel VI secolo. Tornando ad esaminare i muri della basilica paleocristiana, si nota che questa venne edificata ad un unica navata, inglobando almeno in parte, antiche costruzioni giàprecedentemente in loco (probabilmente una preesistente domus). Nel corso dei recenti scavi vennero rinvenute anche delle tombe (nella foto) le quali, databili intorno al 500, risultano essere di particolare importanza in quanto ci permettono di dedurre che a quel tempo, era giàdecaduta la legge romana che obbligava a seppellire i defunti al di fuori del Pomerio, ovvero della cinta muraria.

Lasciando quest'ambiente si prosegue, tramite uno stretto corridoio, fino ad arrivare a quello che era l'antico interno della navata. Quì è possibile ammirare uno stupendo pavimento realizzato in opus sectile, in marmi policromi e delimitato da due muri paralleli (i muri perimetrali della basilica) realizzati a loro volta in laterizio, fino ad arrivare ad una solea o scola cantorum. La costruzione di questa solea, fà però parte di un rifacimento attuato in un secondo tempo e precisamente nel Sec. VIII, ossia al tempo di Papa Adriano (772-795), il quale tra i vari lavori realizzati si preoccupo di rialzare il piano della basilica di circa un metro, e la ampliò portando il numero delle navate da una a tre. Di questo rialzamento è tutt'oggi visibile il pavimento in marmo bianco, purtroppo però le notizie a riguardo risultano essere varie ed imprecise.

Questo è dovuto al fatto che i primi scavi realizzati in questo sito sono da imputare al Genio Civile, e precisamente nel periodo che vàdal 1947 al 1950. Fu infatti a causa di una abbondante infiltrazione d'acqua nella basilica attuale, che venne commissionato allo stesso Genio Civile il lavoro di risanamento del sottosuolo.

Se da un lato questi scavi ci permisero di venire a conoscenza del materiale nascosto, dall'altro vennero eseguiti senza alcun rigore scientifico e senza alcuno studio stratigrafico del terreno, per cui una volta effettuata la bonifica, il terreno risultò essere completamente rimescolato rendendo vana ogni speranza di operare uno studio sullo stesso, e comprendere quindi gli eventi seguenti.



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