Catacombe di Aproniano

 

Così come per molte altri cimiteri cristiani,Iscrizione-catacomba-aproniano-armellini dobbiamo le prime testimonianze sulla catacomba di Arponiano al grande Antonio Bosio. Egli scrive, infatti che nel 1596, a due miglia da Porta Latina, durante uno scavo per l’estrazione di pozzolana, “si apersero alcune bocche per le quali discendemmo nel cimitero, molto ampio“ . Bosio trovò molti loculi ancora chiusi e molte delle iscrizioni lì presenti furono tolte e a lui donate. A questa spoliazione si aggiunse l’operato dei cavatori, per opera dei quali, scrive sempre Bosio, “avanti gli occhi nostri, con incredibile nostro dolore, è stato rovinato e guasto” per cui si finì di distruggere quel poco che era rimasto a seguito delle depredazioni dei barbari. Egli lo definì nobilissimo e alcune lapidi da lui trascritte fanno propendere per un utilizzo a partire dalla prima metà del III secolo;  nel fondo di una galleria vide un cubicolo con tre arcosoli, colonne agli angoli e volta dipinta. Nel piccolo ambulacro che portava al cubicolo erano rappresentati due fossores (i guardiani delle catacombe, che provvedevano anche alle operazioni di scavo e di sepoltura) e altri dipinti fra i quali il Buon Pastore, Cristo che sana il cieco, la resurrezione di Lazzaro. Vide inoltre un pregevole cubicolo con la volta “arabescata di fogliami et uve” e di puttini in stucco; al centro incorniciato da una corona di vite a rilievo era dipinto il buon pastore. Egli ritenne però di aver ritrovato il cimitero dei SS. Quarto e Quinto. Boldetti nel ‘700 non riuscì ad individuarla, né fu più fortunato, più di un secolo dopo, il de Rossi. Orazio Marucchi nella sua pubblicazione del 1905, fa riferimento a sue scoperte fatte in zona di strutture ipogee forse riconducibili al cimitero di Aproniano.
La “riscoperta” avvenne poi il 22 febbraio 1937 nel terreno di proprietà Cardinali e fu Enrico Josi, negli anni 1939-1940 ad identificarlo con quello di Aproniano, probabilmente il proprietario del terreno, sul quale sorse anche una Basilica subdiale intitolata ad Eugenia. Fu essa martire sotto Valeriano e Gallieno e sepolta “in praedio suo”; ne consegue che avesse una parentela con Aproniano. Della Basilica dove fu seplota Eugenia, del cimitero sopraterra e del successivo monastero non rimane più alcuna traccia.
La piccola catacomba, databile al IV secolo, . Si sviluppa su tre livelli, con un probabile quarto, ed  era dotata di più ingressi. La maggior parte della catacomba è interessata da frane e crolli.  Lo sviluppo delle gallerie scavate misura circa 250 metri. Si trova sotto  le odierne via Correnti, Via Colletta via Mantellini e Piazza Papi . L’ingresso è da una botola a via Latina 103.

BIBLIOGRAFIA
Armellini M. “Gli antichi cimiteri cristiani di Roma e d’Italia”, Tipografia Propaganda Fide, Roma 1893
Boldetti. M, “Osservazioni sopra i Cimiterj de' santi Martiri ed antichi cristiani di Roma”, Roma, 1720
Cioffarelli A. – Natale M.T., “Guida alle Catacombe di Roma e dintorni”, Bonsignori Editore, Roma 2000
De Santis L. - Biamonte G., “Le catacombe di Roma”, Newton Compton Editori, Roma 1997
Josi E., "Cimetero christiano sulla via Latina", in Rivista di Archeologia Cristiana 17, 1940
Pergola P. “Le catacombe romane. Storia e topografia”, Carocci 2002


per Roma Sotterranea, Adriano Morabito


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