Catacombe di S. Felicita

 

Catacombe S. Felicita La catacomba di Santa Felicita è uno dei tanti complessi cimiteriali sorti lungo la Via Salaria Nova. Si trova a circa mezzo miglio dalla Porta Salaria, precisamente in corrispondenza dell'odierna Via Simeto, al civico 2, poco lontano da Largo Benedetto Marcello. L'accesso è indicato da una evidente scritta al di sopra di un robusta porta in ferro.
Il complesso ipogeo, che si sviluppava su tre livelli, è conosciuto anche con il nome di Cimitero di Massimo, quasi certamente il proprietario del terreno nel quale venne scavato. Le sepolture nell'area iniziarono già nel III secolo. Nel IV secolo il complesso era in piena funzione.
Qui fu sepolta Felicita, ricca vedova martirizzata perchè convertitasi al critianesimo, intorno al 162, sotto l'imperatore Antonino Pio. Insieme a lei furono uccise altre sette persone, che un'antica leggenda identificò come suoi figli. Nello stesso cimitero fu sepolto anche S. Siliano. 
Papa Bonifacio I (418-422) fece erigere una basilica sub divo (fuori terra) per ospitare le spoglie della Santa. Allo stesso periodo risale il trafugamento delle reliquie di  Silano,  poi recuperate e sistemate all'interno dell'altare della piccola basilica costruita ad hoc al livello superficiale, il più antico del cimitero, proprio nel punto in cui si trovava la sepoltura originaria. “Dell'edificio ipogeo resta l'invaso principale, con due basi di colonna ancora in loco, frammenti marmorei pertinenti all'arredo liturgico e la scala d'accesso”*.


Catacombe Santa Felicita PCASNella basilica si trova anche un affresco (fine VII- inizio VIII sec.) raffigurante il Cristo redentore che dona le corone della vita eterna a S. Felicita e ai suoi sette figli. A causa di una frana, oggi ne rimangono pochi frammenti.
Agli inizi del IX secolo, sotto papa Leone III, le reliquie di Felicita furono traslate nella chiesa di S. Susanna, all'interno delle mura. La catacomba seguì così il destino di molte altre strutture private delle reliquie, e fu abbandonata per essere nei secoli completamente dimenticata.
Antonio Bosio (1575-1629) vi penetrò ignorandone il nome e credette che Felicita fosse sepolta nel cimitero dei Giordani. 
Solo all'inizio del 1700, all'interno di un edificio, furono scoperte delle scale che scendevano alle gallerie sotterranee, ma le catacombe furono erroneamente identificate da Marcantonio Boldetti come quelle di Priscilla. 
Nel 1875 fu scoperta la traccia di un piccolo edificio che con una scala conduceva nei sotterranei e si trassero le prime epigrafi.Fu nel 1883/4 che Giovan Battista de Rossi, con la scoperta di alcune epigrafi e della Basilica sotterranea, identificò il complesso cimiteriale con le catacombe di Santa Felicita, individuando anche la di lei cripta.
Sono fra l'altro stati scoperti dei resti di un impianto idraulico che probabilmente alimentava una vasca battesimale.
Il complesso è stato restaurato dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra agli inizi del '900.
Purtroppo la speculazione edilizia della zona ha danneggiato gravemente il complesso sotterraneo, che oggi si estende solo per circa 200 metri.
Le catacombe sono aperte solo una volta l'anno,  il 23 novembre, giorno in cui si festeggia S. Felicita.

FOTO: Archivio Pontificia Commissione Archeologia Sacra (www.archeologiasacra.net/pcas-web/)
 
Bibliografia:
G. B. De Rossi, Il cimitero di Massimo sulla via Salaria, in Bull. Arch. Crist., I s., I, 1863, pp. 21 e 41-46;
O. Marucchi, Le catacombe romane, pp. 427-439 ;
*S. Piazza, Pittura rupestre medievale: Lazio e campania settentrionale (secoli VI-XIII), pp. 98-100

per Roma Sotterranea, Adriano Morabito


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