Il Mitreo si trova al di sotto del palazzo posto a nordest del Circo Massimo, in direzione del Tevere. Già sede del pastificio Pantanella, fu acquistato dal Governatorato di Roma negli anni '20 del '900 per farne la sede dei Magazzini del Teatro dell'Opera. Nel 1931 iniziò una vasta e fortunata esplorazione archeologica. Durante i lavori si rinvenne, ad una profondità di 14 metri, un imponente edificio del II secolo d.C. costruito in opera laterizia. Esso risulta allineato all'antica Via ad duodecim Portas (odierna via dell'Ara Massima di Ercole) che lo separava dai carceres del Circo Massimo. I carceres erano in effetti i cancelli da cui partivano i cavalli nel Circo. La sua collocazione ha fatto pensare ad un edificio pubblico dalla destinazione non meglio precisabile. Ad avvalorare questa ipotesi contribuisce la presenza, sul lato est, di due ampie scalinate di accesso al primo piano, aggiunte in una seconda fase edilizia, sempre durante il II secolo d.C..
Durante il III secolo negli ambienti del pianterreno fu realizzato un mitreo. Tale collocazione è tipica di tali santuari che, a differenza dei templi, non furono mai edifici indipendenti e isolati; essi erano di norma realizzati all'interno e nelle zone più appartate di costruzioni preesistenti, spesso in ambienti seminterrati o sotterranei. Poteva così essere riprodotta la grotta primitiva di Mitra, cui si richiamava il luogo di culto, chiamato infatti spelaeum, o specus, o spelunca.
Il santuario è costituito da quattro ambienti, al centro dei quali si trovano le aperture che li mettono in comunicazione. Nelle pareti e nelle testate dei muri divisori vi sono diverse nicchie, alcune delle quali ornate da edicole, che dovevano accogliere immagini di divinità. Il primo ambiente in cui si entra è un vestibolo, alla cui destra si apre una stanza di servizio; si passa successivamente ad una coppia di ambienti divisi da un grande arcone in laterizio. Questi ambienti hanno dei podi laterali, dove prendevano posto gli iniziati. Successivamente si arriva al santuario vero e proprio. Esso ha un pavimento con un grande cerchio centrale in alabastro incastonato all'interno di un quadrato in marmo cipollino. Il lato destro è occupato dal bancone in muratura per il banchetto dei fedeli.
L'altro rilievo, più piccolo, è sulla destra della parete di fondo e ripete l'iconografia della tauroctonia.
Bibliografia:
L. Bianchi (a cura di), "I culti Orientali a Roma" - Collana Roma Archeologica - Anno VI n°21 - Elio De Rosa Editore - Roma 2004
C. Calci (a cura di ), "Roma Archeologica" - AdnKronos Libri - Roma 2005
F. Coarelli, "Roma" - Editori Laterza - Roma 1999