Sepolcri di Via Latina

 

Tombe di Via LatinaAll'incrocio delle attuali Via Appia nuova e Via dell'Arco di Travertino, è presente il parco archeologico delle Tombe di Via Latina, facente parte del Parco Regionale dell'Appia Antica. È uno dei complessi archeologici di maggior rilievo del suburbio di Roma e conserva ancora sostanzialmente intatto l'aspetto tradizionale dell'antica campagna romana.
All'interno del parco è visibile una tratto dell'antica strada con il basolato e le crepidini; ai lati della strada sono presenti numerose sepolture di differente fattura, e testimonianze storiche e materiali dall'età repubblicana fino all'alto medioevo.
L'area venne scavata nella seconda metà dell'Ottocento, inizialmente da Lorenzo Fortunati, poi da archeologi papalini ed infine grazie all'interessamento del ministro del Regno Guido Baccelli. I sarcofagi trovati all'interno delle sepolture e parte delle decorazioni parietali vennero successivamente dispersi.
Il monumento funebre meglio conservato nella sua parte fuori terra è la tomba Barberini, così detta dalla famiglia proprietaria dell'area, che aveva adibito il manufatto ad usi agricoli. Nell'ipogeo (non visitabile) venne ritrovato il sarcofago col mito di Protesialo e Laodamia (o Laodamil), attualmente esposto nella Galleria dei Candelabri ai Musei Vaticani.
Proseguendo lungo la via verso meridione, sul lato opposto della strada si incontra la sepoltura Fortunati 25, di cui è rimasta esclusivamente la porzione ipogea, con tracce significative delle antiche decorazioni, ma attualmente non visitabile.

Ipogeo dei ValeriiPiù a sud, la strada si allarga in una sorta di piazzale coperto da basoli, dove sono presenti le tombe contrapposte dei Valeri e dei Pancrazi.
La prima ha una porzione fuori terra che è un rifacimento di fine Ottocento impostato sulla muratura originale, databile tra il 160 e il 180 d.C. L'ipogeo, cui si accede da due scale simmetriche, consta di un vestibolo e di una camera sepolcrale che conserva una ricca decorazione in stucco bianco a medaglioni, con rappresentazioni di creature fantastiche, cupidi e figure femminili. Le pareti risultano completamente spogliate dei rivestimenti marmorei, mentre sono conservate alcune lastre del pavimento. Intorno al monumento sono presenti i resti di strutture del IV secolo d.C. probabilmente destinate al ristoro dei viaggiatori.

Sepolcro dei PancraziSul lato orientale della strada, protetto da una struttura moderna è presente il sepolcro dei Pancrazi databile tra fine I, inizio II secolo d.C. così chiamato da un'iscrizione posta su un sarcofago di coniugi attualmente presente all'interno della prima camera ipogea, un vestibolo successivamente utilizzato come camera sepolcrale, con alloggiamenti per urne cinerarie in basso e sarcofagi al di sopra di una mensola.
La seconda camera sepolcrale conserva una pavimentazione in mosaico bianco e nero, mentre soffitto e pareti sono completamente coperti da una decorazione complessa e ricchissima ad affresco policromo e stucco. Nella volta è raffigurato il giudizio di Paride, mentre nelle quattro pareti sono raffigurati: Ercole, Bacco e un satiro in gara musicale tra loro; Priamo che implora Achille perché restituisca il corpo di Ettore; Alcesti con Pelia e Admeto sul carro trainato da fiere, e le divinità Apollo e Diana. Al centro della sala campeggia un grande sarcofago.

Alle spalle della tomba dei Pancrazi, al fuori del limite del Parco e parzialmente  al di sotto di campi sportivi realizzati negli anni '60 del Novecento, sono presenti i resti di una villa del I secolo d.C. che nel VI secolo venne parzialmente trasformata in basilica da Demetriade per conservare le reliquie di Santo Stefano Protomartire.

Sepolcro BaccelliIn prossimità del margine meridionale del parco è presente il sepolcro Baccelli, di cui rimane solo la facciata.

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per Roma Sotterranea, Bruno Caracciolo