Mentre sono ben conosciuti i sotterranei della Basilica di San Giovanni, al di sotto della quale sono stati rinvenuti i resti delle caserme delle guardie equestri dell’Imperatore Massenzio, al di sotto dell’Ospedale di S.Giovanni sono presenti numerose strutture databili fra il I ed il IV secolo d.C. sicuramente poco conosciute ed ancor meno visitate. Alcuni edifici, a seguito del ritrovamento di resti di condotti idraulici in piombo riportanti iscrizioni, facevano parte della "Domus Annorum", la Villa di Annio Vero, nonno materno dell’Imperatore Marco Aurelio e successivamente di sua madre, Domitia Lucilla. L’elemento più evidente è un ampio peristilio con porticato all’interno del quale sono ancora visibili capitelli, resti di colonne e transenne marmoree. Purtroppo nulla rimane della ricca pavimentazione in marmi rettangolari. Nella parte centrale del peristilio è ancora visibile una grande vasca, il cui fondo è formato da mattoni bipedali. Su uno di questi è visibile l’impronta di un piede che indossava le caligae, tipiche calzature dei soldati. Al centro della vasca è visibile un nucleo in cementizio che è stato interpretato da alcuni come il basamento che ospitò la statua equestre di Marco Aurelio, oggi sulla Piazza del Campidoglio. In effetti la statua fino al XVI secolo era posta al centro della Piazza del Laterano, ma non esistono prove che in epoca più antica fosse all’interno di questa ricca domus.
Altri scavi realizzati alla fine degli anni ’60 del ‘900 per la costruzione di un nuovo edificio ad uso dell’ospedale, hanno portato alla luce i resti di molti edifici, costruiti fra il I secolo a.C edi il IV d.C.. In uno di essi si è identificata la villa di Licinio Sura, amico dell’Imperatore Tiberio ed esperto idraulico. In effetti tutti gli edifici della zona fecero largo uso di acqua, grazie soprattutto all’esistenza di molti acquedotti, fra cui il Celimontano, i cui archi sono ancora visibili inglobati fra i palazzi sulla Piazza. Spostandosi sulle passerelle costruite per permettere la visita dell’area, oltre ad ammirare stupendi pavimenti in marmo, si possono ancora riconoscere i resti di fontane, di sistemi di drenaggio per i giardini e di condotti di scarico. L’enorme serbatoio circolare a quattro vasche, costruito in epoca più tarda, fu ritrovato, al momento degli scavi, colmo di ossa umane, lì gettate dal soprastante ospedale, già funzionante durante la pestilenza del 1348.
Testo di Adriano Morabito da "Roma insolita e segreta", edzioni Jonglez