Chiesa S. Salvatore in Onda

 

San_Salvatore_in_OndaProvenendo da Ponte Sisto e percorrendo Via dei Pettinari, la chiesa di San Salvatore in Onda, cinquanta metri sulla sinistra, passa quasi inosservata lungo la stretta strada che ricalca fedelmente un antico tracciato cittadino - posto oggi circa sei metri più in basso - che collegava l'originario Pons Agrippae, più volte ricostruito, con il Teatro di Pompeo. Resti di edifici antichi sono presenti nelle cantine di varie case lungo questa strada e molti ne furono trovati lungo Via delle Zoccolette fino a Via Arenula.
Al di sotto del presbiterio della chiesa – settecentesca nell’aspetto attuale - vi è la cripta, difficilmente accessibile e databile all’inizio del XII secolo, periodo al quale risalgono le prime notizie dell’edificio religioso; nel piccolo ambiente rettangolare a tre navate con volte a crociera. possiamo notare parti di colonne con capitelli ionici di riutilizzo, un capitello corinzio a far da base all’altare e vari frammenti di  colonne, trabeazioni e capitelli incassati all’interno delle murature. Ma aprendo una botola sul pavimento, si accede ad alcuni ambienti posti ad un livello ancora inferiore – circa 3,70 metri più in basso - che ci riportano al tempo in cui qui, lungo le rive del Tevere, si allineavano negozi e piccoli magazzini per lo stoccaggio delle derrate alimentari che giungevano in città grazie alle imbarcazioni che risalivano il fiume.
Le strutture ritrovate sono di età imperiale, datate, grazie ai numerosi bolli laterizi rinvenuti, al periodo traianeo (98-117). Da alcune testimonianze questi horrea  - vale a dire magazzini – erano presenti, in questa zona della città, lungo la maggior parte della riva sinistra del Tevere ed erano strutturati su due livelli, con un porticato prospiciente il fiume.
Pianta_Cripta_San_Salvtore_in_OndaScendendo la scala medievale in muratura che si trova all’interno della casa dei Padri Pallottini, si accede ad un ambiente voltato alto 3,50 metri, largo 4,70 metri circa e lungo in totale quasi 19 metri. L’ambiente risulta oggi stravolto e in gran parte occupato da alcune strutture di fondazione perpendicolari ad esso, realizzate al momento della costruzione dell’edificio soprastante. Dal punto di vista delle murature, alcune sono in laterizio, altre in opera mista, (reticulatum e laterizio), oggetto comunque in molti punti di notevoli manipolazioni successive.
Il piano su cui si cammina non è quello originale: non vi sono infatti segni di pavimentazione e i grandi archi di scarico, in alcuni casi anche doppi, visibili sulle pareti fanno ipotizzare un ambiente sicuramente più alto di come appare oggi a causa del riempimento, dotato inoltre almeno di un piano superiore, corrispondente al livello della cripta.
Nel primo ambiente, a pianta quadrata, sono da notare due aperture con volta a cappuccina, una delle quali oggi utilizzata per passare all’ambiente successivo. Probabilmente, tenendo conto del riempimento sul quale si cammina, si tratta invece di finestre. I due ambienti successivi, della stessa larghezza del primo ma molto più lunghi se considerati insieme, sono divisi da un’apertura oggi dimezzata a causa delle fondazioni di cui si è detto precedentemente; qui si ha la sorpresa di trovare una pavimentazione composta da grandi basoli di basalto, così come si usava per le strade e anche per ambienti di lavoro; in questo caso, però, il selciato, anche se originale,  fu qui posizionato in epoca medievale a seguito dell’innalzamento del piano di calpestio.
I sotterranei terminano con una scala che risale verso Via dei Pettinari, rispetto alla quale gli ambienti sotterranei risultano disposti perpendicolarmente. Pertanto è realistico ipotizzare che il primo ambiente fungesse da retrobottega, mentre gli altri due dovevano essere la taberna vera e propria, con affaccio diretto sulla strada.


Bibliografia: F.Coarelli: Roma, Ed. Laterza, Roma 1999
                      C. Pavia: San Salvatore in Onda, allegato a  Forma Urbis 4/97


per Roma Sotterranea, Adriano Morabito


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