Casa dei Grifi

 

Nella zona orientale del Palatino, al di sotto dell’ala settentrionale della Domus Flavia, in corrispondenza degli ambienti noti con i nomi di Aula Regia e di Larario sono state identificate strutture di età neroniana probabilmente riferiribili ad ambienti della Domus Aurea o della precedente Domus Transitoria.

Casa dei Grifi

 

Scavi eseguiti dal Boni, tra il 1912 ed il 1915, consentirono di scoprire, in corrispondenza del cosiddetto Larario, alcuni ambienti interrati appartenenti ad una domus ancora più antica risalente al periodo repubblicanoe che, per la decorazione a stucco presente in una lunetta della volta, prese il nome di “Casa dei Grifi”.

 

Questa domus era costruita su due piani; del piano superiore, disposto intorno ad un atrio con impluvio in peperino, riferibile ad un rifacimento del periodo augusteo, restano soltanto poche murature e alcune porzioni dei pavimenti a mosaico mentre si sono conservati alcuni ambienti del piano inferiore.

 

Al momento della demolizione del piano superiore, per far posto a nuovi edifici, il livello inferiore infatti venne completamente riempito di terra e di detriti, gettati dalla scala di accesso e da pozzi aperti sul soffitto ed i suoi ambienti furono tagliati dalle massicce fondazioni delle strutture neroniane e successivamente da quelle flavie.

 

Oggi sono visibili tre ambienti principali che si aprono su una sorta di atrio, quattro stanze più piccole ed un ambiente irregolare interpretabile come vestibulum.

 

Le murature, realizzate in opera incerta con alcuni rifacimenti in opera quasi reticolata, hanno consentito di datare la costruzione originaria della domus alla prima metà del II secolo a.C. con restauri successivi della metà del I secolo a.C.

 

La decorazione pittorica invece risale agli anni a cavallo tra il II ed il I secolo a.C. e rappresentano un’importantissima testimonianza in quanto sono tra le pitture di secondo stile più antiche che ci siano pervenute.

 

Casa dei GrifiL’accesso a questi ambienti ipogei avviene tramite una scala che termina in un primo ambiente (A) che  immette a sinistra in una stanza  (B) con il soffitto a doppia volta e decorato con stucchi. La decorazione pittorica è caratterizzata da un’architettura prospettica con un plinto a transenna con pilastri sul quale si alzano una serie di colonne scanalate unite superiormente da una cornice. Dietro alle colonne sono rappresentate murature in opera quadrata bugnata e specchiature di alabastri alternate a pannelli decorati con motivo a cubi prospettici. Nello sfondo quindi non appaiono vedute prospettiche come nel secondo stile più maturo ma vengono riprodotti elementi della parete che nel primo stile erano realizzati in stucco.

 

Tornando all’ambiente A subito a destra si passa in ciò che resta di una stanza tagliata dalle fondazioni domizianee (C).

 

Proseguendo si passa in un'altra stanza (D) anch’essa tagliata da muri di fondazione sulla destra ma che conserva sul lato sinistro una decorazione pittorica analoga a quella dell’ambiente B.

 

Una porta consente il passaggio in un cubicolo (E) in ottimo stato di conservazione. Il pavimento è decorato con un mosaico bianco con motivo a crocette nere decorato da un emblema centrale delimitato da una fascia  realizzato con rombi in pietre colorate (palombino-bianco, ardesia-nera, calcare verde celadon) che creano il motivo a cubi prospettici.

 

ScutulatumNell’alcova è rappresentato un podio con due colonne che sorreggono un timpano delimitando un’edicola. Il resto della decorazione rappresenta un podio decorato sempre con motivo a cubi prospettici a cui si addossano dei pilastri quadrangolari, ornati da rombi su fondo scuro, sui pilastri poggiano colonne composte da rocchi con decorazione bugnata e dipinte a imitare l’onice. I capitelli che le sovrastano sostengono un architrave.

 

Si passa quindi nell’ambiente F particolarmente danneggiato sia dalle fondazioni neroniane sia per lo stato di conservazione della decorazione parietale che comunque riprende quella degli altri ambienti. La pavimentazione è costituita da un mosaico decorato a losanghe. La lunetta superiore presenta uno stucco su fondo rosso con la rappresentazione di due grifoni affrontati.

 

In fondo troviamo un ultimo ambiente di forma irregolare (G) con finestre a bocca di lupo che consentivano di illuminare gli ambienti che vi si affacciavano e decorazione con colonne e pilastri al di sopra di un podio. Superiormente è riprodotta una trabeazione dorica con triglifi e guttae ed una copertura a lacunari.

 

Il proprietario di questa domus è stato nel tempo identificato con Catilina, con Q. Hortensius, con Q. Caecilius Metellus Celer con i Fabii ed in particolare con Numerius Fabius Pictor.

 

 

 

Bibiliografia

 
 
  • Filippo Coarelli, Roma, Editori Laterza, sesta edizione 2001
  • Claudia Cecamore, Palatium. Topografia storica del palatino tra III sec.a.C e I sec a.C. , “L’Erma” 2002
  • Carmelo Calci, Roma Archeologica, adnkronos libri, 2005
  • Irene Iacopi, Nuove pitture. Palatino. Casa dei Grifi, Roma (ROMA) BdA bollettino di archeologia n 7 anno 1991 pg 83-88

per Roma Sotterranea, Simone Santucci